7. Il campanello

Creato il 11 dicembre 2011 da Fabry2010

Pubblicato da fabrizio centofanti su dicembre 11, 2011

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Arturo è un ottimista. Ne ha lette e viste tante, ha capito che in fondo te la cavi sempre, anche da morto. Ha girato l’Italia in lungo e in largo, imparando leggende, conoscendo storie, sognando ogni sogno possibile e concludendo che la realtà è più eccitante, perché è una cosa in carne e ossa. Ha incontrato politici, scienziati, artisti, ma ciò che conta, pensa, è quello che vivi nel presente, i passi che ancora lo separano dalla porta di Ester, perché la vita è una porta che si apre o si chiude, la musica che s’indovina al di là della parete, la spazzola che scivola sui capelli biondi, l’occhiata allo specchio – sono ancora bella -, il pensiero che, chissà, magari ora suona il campanello e mi trova in vestaglietta trasparente. Non sarebbe strano che aprissi così, senza vestirmi prima? Ma gli uomini non si fanno domande quando vedono un bel seno o un paio di cosce. S’immagina sdraiata sul letto, nella posa più sensuale, figurati se lui, il presidente, perderebbe tempo a domandarsi come mai lei giri nuda per casa; ecco, se lo sente, sta suonando proprio adesso – o forse sogna?
E’ convinto di conquistarla grazie all’allegria, la verve dello scrittore che non si lascia scoraggiare da nulla perché ha in mano i trucchi del mestiere, ha girato e rigirato, ne ha viste di tutte le forme e dimensioni, che vuoi che sia se non si sono mai incontrati, se si vedono per la prima volta, ha una risposta per tutte le domande, una faccia per tutte le reazioni, ma no, che sta dicendo: è un errore fingere, l’effetto si raggiunge con la sincerità, il sentimento vero dell’istante, fosse anche la paura, la vergogna di essere arrivato fin qui senza motivo, anzi, con uno scopo preciso: rivelarle di essersi perdutamente innamorato, da un momento all’altro, mentre la vedeva tornare a casa col passo svelto di lavoratrice, senza voltarsi né a destra né a sinistra, imboccare il cortile come fosse l’ingresso segreto in un mondo sconosciuto.
Ha provato le posizioni più diverse: la migliore è sdraiata sul letto, abbandonata agli eventi che incalzano, all’irruenza di quello che chiamano con rispetto il presidente, ma per lei è semplicemente Fausto, un uomo che appare e si nasconde, impegnato allo spasimo nell’impresa in cui ha accettato di lanciarsi, eppure così tenero quando varca la sua porta e decide, finalmente, di suonare il campanello. Ecco, l’ha sentito veramente, non è soltanto un sogno.


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