7 mila miglia intorno al mondo #8: Cina, rotta sul Fiume Azzurro

Creato il 30 agosto 2014 da Nonsoloturisti @viaggiatori

7MML coinvolge professionisti dell’immagine e della comunicazione in un viaggio ispirato dal cuore e guidato dal desiderio di conoscere altre realtà, finalizzato all’aiuto umanitario, alla valorizzazione etica ed estetica del viaggiare consapevole, alla sensibilizzazione ecologica nei confronti dell’ambiente.

La prima fase del viaggio ha visto i partecipanti arrivare dall’Italia al Kazakistan. Il 15 luglio è iniziato il percorso che li porterà fino in Cina, e poi ci saranno le tratte Canada-Panama, Colombia-Bolivia, Bolivia-Argentina, Sudafrica-Etiopia, Etiopia-Italia, per giungere finalmente a Milano il Primo Maggio 2015 in concomitanza con l’apertura dell’EXPO 2015.

Dal diario di Luca Rizzotti

30 luglio

Abbiamo fatto una scelta sulla strada del nostro vasto peregrinare in Cina. Lasciate le poco interessanti pianure ad est decidiamo di ritornare per un tratto verso Ovest e incrociare ruote e macchine fotografiche con il percorso del maestoso Yangzi, o Fiume Azzurro, terzo fiume al mondo in ordine di lunghezza (6300 Km) e ammirarne l’immensa diga e le sue scoscese gole.

31 luglio

Alla ricerca di nuovi modi di vivere della popolazione ci illudiamo che la gente del fiume ne conosca di diversi e che anche le abitudini alimentari cambino con il passare dei chilometri (ormai quasi settemila!) e della geografia dei luoghi. Ci accorgiamo presto che in questo immenso paese i cambiamenti, regione dopo regione, sono minimi, e nonostante non manchino mai suggestioni visive e incontri interessanti da ritrarre, la varietà di cibi e la modalità di preparazione faticano a sorprenderci. Tuttavia il nostro quotidiano entusiasmo ci permette di scoprire sempre qualcosa di nuovo. Ed ecco che sulla strada per Yichang un inaspettato mercato rionale offre nuovi spunti. Assaggiamo una gelatina di patata dolce e bianca che tagliata a piccole fette su minuscoli bancali a pochi centimetri da terra è servita con salse sempre molto piccanti e assistiamo alla preparazione di una “spaghettata” a base di noodles in salsa di pomodori, fettine di manzo, vari tipi di vegetali, peperoni e cipolle in una sorta di piccolo garage improvvisato ristorante. Lo chef, pantaloncini e maglietta, una fila di perle di sudore in fronte, volteggia tra padelle e fuochi lavorando sul davanti, praticamente per strada mentre gli accaldati clienti all’interno, contadini del posto, attendono fiduciosi la scodella che verrà servita loro entro pochi minuti.

1 agosto

Abbiamo finalmente lasciato le macchine per qualche ora per concederci una visita alla foresta di bambù pochi chilometri fuori Ziqui, la cittadina turistica limitrofa a Yichang. Sul percorso che costeggia il fiume, circondati da curiose colline appuntite e scoscese, mischiati al turismo cinese del sabato, incontriamo di frequente piccole zone di ristoro dove ci vengono offerti spiedini di pesce, pannocchie e minuscoli granchi di fiume croccanti e piccanti. In poco più di un’ora giungiamo alla piccola cascata che segna il punto di ritorno. Sul piccolo lago creato dallo slargo del fiume lasciamo famigliole festanti intente a spingere zattere in bambù e fotografarsi. È già tempo di risalire in macchina.

2 agosto

Sul parte del percorso lungo l’invaso della grande diga, (un bacino idrico lungo quasi come l’intera Inghilterra), salendo e scendendo di quota, incontriamo semplici case di contadini talvolta intenti alla semina di pomodori e rape o qualsiasi altro ortaggio che li mantenga in vita. Sempre accoglienti, sempre gentili e ospitali. Con uno di loro decidiamo di condividere il nostro formaggio ma lui non sembra gradirlo. Lo sputa anzi sul pavimento di casa, accompagnando il gesto con un sorriso sdentato che stempera la preoccupazione di averlo offeso.

3 agosto

Regione dello Hunan. Probabilmente risaie e bambù, da qualche giorno compagnie inseparabili lungo le impervie strade cinesi, persisteranno a lungo nei nostri ricordi. Stiamo infatti percorrendo le sinuose strade che accompagnano il corso dei numerosi affluenti dello Yangtze  in direzione su-est sud, nella regione dello Hunan, assediati dal caldo e da umidità in costante aumento.

Ziqui è il luogo in cui ci inoltriamo in una foresta di bambù, lungo il percorso di un torrente e dove per l’occasione assaggiamo cibo più di fiume che di strada… spiedini di gamberetti e granchietti, piccoli pesci fritti e le immancabili pannocchie e patate stufate rallegrano la nostra escursione.

Paesaggi carsici, foreste e valli lussureggianti seminate a riso incorniciano la strada che ora ci porta verso Henshi.  Sparpagliati tra queste bellezze naturali incrociamo la vita rurale di ospitali villaggi di etnia Deng e Miao entrando in abitazioni che per una volta abbandonano la monotonia architettonica trovata fin qui a favore di una maggior fantasia e razionalità nell’uso degli spazi. Case di legno scuro forse più vecchie di cent’anni, proteggono aie assolate nelle quali riposano al sole peperoncini e funghi e celano stanze fresche e spoglie ma quasi sempre attrezzate con un rudimentale decoder e un televisore sempre spento. Nella casa dove siamo ospitati ci intenerisce la coesistenza sul muro di quello che chiameremo un salotto della foto di Mao con il ponte di Brooklyn… ma non è certo la prima contraddizione che incontriamo.

4 agosto

Non c’è tempo di fermarsi a lungo in un luogo per chi porta la bandiera di 7MML. Ci attende infatti Zhangjiajie, dalla cui brumosa foresta subtropicale si innalzano 243 picchi circondati da oltre 3.000 pinnacoli carsici, una concentrazione unica al mondo e che pare abbia ispirato le montagne fluttuanti di Pandora nel film Avatar. Vero o meno che sia la gente del posto ne è sicura e questo fa si che il turismo cinese non faccia mancare la sua strabordante presenza pressoché in ogni angolo dell’impervia stradina che dalla foresta, dopo un’ oretta di ascesa a piedi e armati dell’attrezzatura, ci porta al punto panoramico dal quale osserviamo uno spettacolo straordinario.

E’ la sera che precede la nostra ascesa a “Pandora”. Questa volta non ce la siamo sentita di mangiare Han e abbiamo così invaso la cucina della Guest House costruita alle pendici della foresta per cucinare una spaghettata aglio olio e peperoncino più qualsiasi altra cosa si sia intrufolata nella pentolaccia nella quale è stata cotta. E’ venuta così così e la birra come sempre non è mai troppo fredda. Ma ci ha ricordato casa e ripulito un poco dal gusto agliato e piccante che permea da ormai un mese ogni cosa ci portiamo alla bocca. Ai cani che hanno circondato la nostra tavola al centro della terrazza antistante alla cucina è rimasto davvero ben poco con cui festeggiare la nostra presenza.

Leggi la puntata precedente: verso il cuore della Cina


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