7 modi per chiudere una storia

Creato il 14 gennaio 2016 da Luccamangaschool @luccamanga

Come chiudere una storia, suggerimenti.

Siamo arrivati alla fine della nostra storia, ma come la chiudiamo? Cosa possiamo dire, o far dire al nostro protagonista, per concludere l’avventura? Sì, proprio quale può essere la frase finale che chiude la nostra storia?

In ogni caso, non lasciamo il lettore sospeso. Sarà capitato anche a voi di girare pagina, trovare una pagina vuota e pensare: “Ah, è finita?” provando un senso di insoddisfazione.

Ecco quindi qualche consiglio sulle frasi finali, con qualche esempio preso da opere celebri, ma non da manga, così non facciamo spoiler.

  1. Con una citazione.  Anche qui l’esempio di Criminal Minds calza a pennello. Il finale di ogni episodio è sempre lo stesso, rilassante e rassicurante: l’aereo vola verso casa e una voce fuori campo cita una frase di un personaggio famoso.
  2. Con un fatto. Comunichiamo ai lettori un fatto. Proviamo a sorprenderlo. «Ero guarito. Eccome!» – Arancia Meccanica.
  3. Con un consiglio. In conseguenza di quando abbiamo raccontato prima, suggeriamo cosa fare o cosa non fare.
  4. Con una domanda. Diretta o indiretta, “spediamo nel pensatoio” il lettore, in modo che non si distacchi dalla storia immediatamente dopo aver letto la parole fine. «che cosa sarebbe peggio: vivere come un mostro o morire come un uomo buono?» – Shutter Island
  5. Con un po’ di humor. Qualcosa di divertente che scaturisce dalla narrazione. «Nessuno è perfetto!» – A qualcuno piace caldo
  6. Con un riaggancio all’incipit. Per chiudere la nostra storia ripetiamo la parola o la frase con la quale abbiamo iniziato il nostro racconto.
  7. Con un sentimento. Facciamo sapere al lettore come ci sentiamo in conseguenza a quanto avvenuto. «Com’ero buffo quando ero un burattino!» – Pinocchio

Questa conclusione, benché trovata da povera gente, c’è parsa così giusta, che abbiam pensato di metterla qui, come il sugo di tutta la storia. La quale, se non v’è dispiaciuta affatto, vogliatene bene a chi l’ha scritta, e anche un pochino a chi l’ha raccomodata. Ma se in vece fossimo riusciti ad annoiarvi, credete che non s’è fatto apposta.