Domenica 26 ottobre siamo andate a Roma per vedere lo spettacolo di Giampaolo Morelli, 7 ore per farti innamorare, tratto dal libro dello stesso Morelli, al Teatro Golden.
Non è facile ridurre una storia d'amore, a tratti svolta in esterni e dal ritmo veloce in una sceneggiatura, ma il regista Gianluca Ansanelli ci è riuscito bene. La scenografia è essenziale, alcuni mobili bianchi si trasformano nell' ufficio, in un gate dell'aeroporto, nella camera della fidanzata Giorgia, nella casa di Valeria, nell'ufficio di Paolo, a seconda delle necessità di copione. Basta solo aggiungere alcuni oggetti, che poi spariscono con l'uscita dei personaggi, e si entra nel vivo della commedia.
I personaggi sono quattro, più due di supporto, che vengono chiamati in ballo attraverso l'ausilio di un fondale che ci porta in un attimo su Skype. Si, questa storia è moderna, parla di testate giornalistiche, Macho Man o Micio Man per il papà di Valeria, o del Sole 24 ore,- quel quotidiano per zitelle?- ma anche di tradimenti "analogici", - Giorgia infatti preferisce il tradimento solito, farsi trovare nella doccia con l'Alfonso, - hai mai visto uno sotto la doccia che ti tradisce a pezzi?- che messaggiando su Whatsup, e del potere della seduzione.
Non si dice infatti, in amore vince chi fugge? Paolo, giornalista sfigatissimo, interpretato da uno straordinario Morelli, scopre il tradimento, proprio in vista di una promozione nel giornale dove Alfonso è il suo capo, e quindi decide di licenziarsi. Solo, affranto e abbandonato, si fa convincere da Marcello (un grandioso Stefano Fresi) a scrivere articoli per una rivista per soli uomini, dove il tema principale è sempre quello: come rimorchiare una donna in un battibaleno. Ovviamente dopo essersi depilati, palestrati e aver fatto un bel corso di dizione. Meglio ancora, di seduzione. Da Valeria, ragazza molto rock, che in fondo non è così dura come vuole farci credere, ma anche lei in cerca del grande amore.
In questa storia leggera e molto divertente, dove le battute non si sprecano, ci sono poi i risvolti psicologici. Giorgia, (Chiara Ricci) è una donna attraente, sofisticata, amante di Antigua e non delle Maldive - ci vanno tutti!-, ama i mobili di marca, non sa attaccare neppure una mensola, ma adora sposarsi in gennaio, che fa molto alternativo. Una programmatrice del futuro dove tutti hanno un ruolo, pure il figlio che dovrà nascere. E che avrà quel nome. Tradisce Paolo, non si sentiva amata, non era felice, ma il suo personaggio è lo specchio dei nostri tempi, dove si preferisce di gran lunga sposarsi per convenienza, che per amore. Paolo è timido, il classico zerbino, grande imitatore di Forrest Gump, che non riesce a dimenticarsi della sua ex, per usare un termine caro alla seduzione, è in ONE ITIS, - cotto e stracotto - e quindi il suo unico obiettivo è riconquistare Giorgia. Per farlo sbaglierà tecnica, finché Valeria, la maestrina Carolina Crescentini, gli spiegherà - a volte in modo brusco- che per farsi amare non si deve rincorrere, ma farsi cercare. E non parlare di lavoro, ma di emozioni, le stesse che fanno partire in quarta anche la più ostica delle donne in carriera. Il tutto, che potrebbe essere molto semplice, viene ogni volta complicato da Marcello, che una ne pensa e cento ne fa. Nel suo tentativo di far ricongiungere la coppia, fa solo pasticci. Le sue gag sono esilaranti, e nel guardare come interagisce con gli altri attori, ho il vago sospetto che ogni tanto improvvisi, e che questo coinvolga ancora di più il pubblico. I due personaggi virtuali sono il bravissimo Giorgio Colangeli padre di Valeria, il cui unico scopo nella vita è veder fidanzare la figlia, e il suo buffissimo badante, interpretato da Miloud Mourad Benamara, il cui obiettivo invece è di natura puramente ...sessuale! Lo zighizighi!
Ebbene, in questo vortice di comicità e di figure barbine, ci sono anche momenti di commozione. Giampaolo e Carolina nel momento dell'abbandono reciproco e del loro riaversi, mostrano davvero la faccia dell'amore. Sembra che abbiano dei problemi di comunicabilità, vinti entrambi dalla paura, dall'orgoglio, dal timore di apparire fragili.
Una storia a lieto fine, dove l'amore trionfa e mi chiedo a questo punto se sia stato merito delle tecniche di seduzione, o semplicemente perché quando l'amore arriva lo fa quando meno te lo aspetti e basta solo dar retta al cuore.
Che ci sia la colonna sonora di Peppino di Capri, o di Nicola di Bari - che di Bari non è- o dei Clash, ma senza dubbio che ci sia una ricetta coi gamberi...
Lo spettacolo 7 ore per farti innamorare sarà al Golden fino al 10 di novembre. Il teatro Golden anche quest'anno sostiene la casa di Peter Pan, una struttura che ospita le famiglie e i bambini malati di cancro.
Clara Bartoletti