da qui
La considera, Ismail, la collezione preferita: è tutto bianco, questo, sei parallelepipedi a scalare, nello snodo cruciale di stazione e centri commerciali, a quindici minuti di autobus dal cuore antico di Jerushalaim. L’interno, come sempre, è gigantesco: colonne enormi sorreggono un soffitto trapunto di lampade moderne; palme in miniatura spuntano da vasi in terracotta; su un piano rialzato s’intravedono altre sale. I quadri appesi alle pareti sono anch’essi più grandi del solito, come se l’eccesso si trasformasse in norma. E che dire della camera da letto con maxischermo piatto e angolo salotto? Ma lo spettacolo è lei, che lo guarda con gli occhi semichiusi, di traverso, mentre lui non può impedirsi di scendere sul naso, sulle labbra, le guance, il collo con due lievi increspature, la spalla sollevata, il seno prorompente, il ventre piatto, la coscia che all’incontro con la gamba fa una piega morbida a cui non sa resistere: le si avvicina ancora, la fa ruotare il necessario per averla avanti a sé, completamente aperta per la mossa inaspettata, ecco, è il bosco di ulivi dove andava a nascondersi bambino, rotolando tra i frutti già caduti; ora capisce che cosa cercava veramente nei pomeriggi eterni dove l’urlo della madre tentava inutilmente di farlo ritornare, Ismail, Ismail!; ora si spiega perché si chinava a sentire il profumo del lentisco, ne accarezzava le foglie lunghe e resistenti, il gambo umido che precipitava nel fiore fine e rosso, tremante al tocco delle dita, Ismail, Ismail! ora sa che sogno nascondeva tra le foglie puntute dell’erica arborea, perché avvertiva un brivido passandoci la mano, fino a cogliere nel palmo il bocciolo che gli si offriva come lo aspettasse da tempo immemorabile, come fosse lì solo per lui, Ismail, Ismail!, solo ora capisce, ora che Avigail lo accoglie col respiro più incalzante, e lui la cerca nel profondo, dove il corbezzolo ha un fiore tondo e bianco, umido nell’aria della sera, Ismail, Ismail! e lui si nascondeva, e più la madre gridava più s’inoltrava nel folto della macchia, e non sapeva perché, ma ora, ora lo sapeva, ora finalmente comprendeva tutto, Ismail! Avigail! Ti amo! Ti amo anch’io!
- Ho pensato una cosa.
- Cosa?
- C’è un solo modo per convincere Yehochoua.
- Quale?
- Magdalenne.