8 marzo: “festeggiamo” in casa…

Da Virginia Less

Accanto alla mimosa fiorita che rallegra il mio piccolo oliveto metto la foto -minimale perché così viene scaricata dal sito – della nostra Rossella Urru, che guarda con affetto uno dei piccoli di cui si prendeva cura. Purtroppo non è libera, né i media riescono a dar conto in modo univoco della sua situazione. Penso di inserirla negli articoli, quale modesta testimonianza, finchè non sapremo qualcosa di più preciso e rassicurante.

Che dire poi dell’8 marzo? L’anno scorso ( vedi l’8 marzo di noi nonne) l’immagine delle donne appariva particolarmente deturpata dal grossolano approccio anche istituzionale. Oggi il clima è più sobrio, ma la situazione non certo migliorata. La  crisi speculativa ha intaccato i fondamenti dell’economia,  sono a rischio di tracollo finanziario  interi stati. I media mostrano i volti preoccupati di chi teme il peggio e si lamenta una disoccupazione giovanile altissima. Le nostre figlie e nipoti ne pagano, tanto per cambiare, il prezzo più alto (fino al 50%), al punto che molte di loro hanno persino smesso di cercarlo, il lavoro, e non figurano nelle statistiche. L’8 marzo lo “festeggiamo”, si fa per dire, in casa: decisamente avvilite.

Ma, visto che, loro malgrado,  le non occupate tempo ne hanno, e noi donne non siamo portate a sprecarlo neppure nelle situazioni peggiori, vorrei tanto che queste nostre giovani riuscissero  ad essere forti, impiegandolo nel migliorare se stesse, studiare se ne hanno modo, esercitare comunque le loro competenze e capacità. E accrescere, mi sembra importante, la loro consapevolezza di cittadine: solo un serio rinnovamento etico – politico avvicinerà  tempi migliori.


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