“Ioannina, Grecia, 8/9/43Stasera alla radio abbiamo sentito la notizia dell’armistizio.Già se ne parlava qualche ora prima per informazioni anche avute dalla radio inglese a mezzo del solito bene informato.La serata è trascorsa tranquilla sia per noi che per i nostri alleati. Nella notte colpo di scena: i tedeschi prendono posizione offensiva nella città e ci domandano cosa si intendesse fare. Dopo lunghe trattative, si viene ad un’intesa:
consegnare le armi per garantire la nostra intenzione di correttezza nella resa. Io sono andato a dormire alle 23 e mi sono alzato alle ore 8: tutto tranquillo e nessuna noia in giro da parte di alcuno.
9/9/43 Disposto per la parziale consegna delle armi (ai carabinieri, finanzieri e parte dei soldati, vennero lasciate). Il mio magazzino e le officine restano in consegna a me, ma i soldati sono chi sovreccitato, chi depresso e non hanno più voglia di fare manutenzione.Si dice che qualche reparto è passato ai ribelli greci. I “si dice “ sono inesauribili. Tutti hanno la notizia più fresca; da tutte le parti ci sono notizie di sbarchi immaginari dei nuovi amici inglesi.Non si capisce più niente, ma il luogo è tranquillo come sempre. I tedeschi tengono gli accantonamenti loro, vanno e vengono inquadrati e cantando allegramente.Tutto è calmissimo. Sono andato a dormire alle 22 e ho dormito fino alle ore 8.Niente lavoro, si attendono gli eventi, pare certo che si vada in Albania per poi rimpatriare.10/9/43
Tutto tranquillo, i tedeschi ci trattano correttamente. A giorni si parte in colonna a piedi verso il nord.11/9/43
Nulla di nuovo. Il capitano automobilista tedesco mi chiede di restare a Giannina alcuni giorni: io sarei del parere, i soldati no; temono di essere trattenuti di autorità presso l’armata tedesca.12/9/43
Molto lavoro per tranquillizzare i soldati perché facciano il loro dovere e restino al lavoro onde rimettere in efficienza le numerose macchine che non lo sono; in parte guaste per la malizia dei conduttori, che non considerarono che il danno sarebbe ricaduto su noi stessi. I militari delle officine sono tranquilli. Il Presidio invece è in fermento per la vestizione a nuovo.Buona parte dei capi di vestiario sono venduti o barattati con i greci. Pietose scene stradali con soldati ubriachi, donne di malaffare, borghesi ambigui che tentano di persuadere i militari ad allontanarsi oppure a passare con i ribelli. Molti aderiscono. Tutti vendono, comprano, arraffano, si fanno milionari in pochi minuti (soldati con in mano fasci di biglietti da 1000 dracme); tutti comprano per portare a casa, poi gettano ciò che non sta nello zaino. Molti ostentano indifferenza agli ufficiali i quali ne restano anche mortificati. L’Unione Militare dà via la roba gratis ai soldati, questi prendono e rivendono, baruffe al negozio. Alla sera alle 18 parte la colonna di circa 8000 uomini: il coprifuoco viene fissato alle ore 18 salvo che per gli ufficiali.14/9/43
Il Maggiore Caposervizio mi prega di scegliere una vettura con autista per mio uso personale, cosa mai avvenuta da quando sono qui! Lo stesso Maggiore promette un permesso per i soldati, migliorie del rancio ed, infine, il trasporto in auto a Florina, dove si è certi di andare; di là, forse con il treno, verso il Nord: in Germania?15/9/43
Le cose vanno meglio: passata la baraonda, i rimasti si mettono a lavorare, sperando di evitare il disagio del viaggio a piedi. Molti automezzi, dichiarati ai tedeschi efficienti, in pratica non funzionano. E’ evidente che i difetti provengono da sabotaggi dei soldati.Il Comando Tedesco assegna, per i servizi di colonna e rifornimento, vari di tali automezzi, che occorre sollecitamente riparare per utilizzarli.E’ arrivata la colonna degli italiani di Arta. .Il capitano Bona è venuto a casa mia. L’ho riaccompagnato alle 19 alla sua colonna. In confronto ai colleghi che fanno il viaggio a piedi a tappe, io sono un signore che va in giro in auto.16/9/43
I tedeschi, dopo aver ritirato tutto quanto vi era alla sussistenza, hanno disposto per la fornitura di viveri con sistema regolato da tre tipi di razione : leggera per quelli che si trasferiscono, media per gli ospedalizzati e completa per chi lavora: gli operai miei ed i conduttori di automezzi.Dopo mesi, i miei soldati hanno ancora marmellata da rivendere ricevendo in cambio del tabacco olandese. E’già qualcosa poiché dal lato vitto si sta bene. Sono andato a trovare i colleghi nella colonna. Il capitano Menazza al quale ho fatto avere le carrette; il tenente Cerutti che è rimasto fermo ad Arta con i ricambi. La mensa ex presidio è sempre alla stessa sede. Il Comando Tedesco ha accertato che il capitano Masmata (che svolge solo mansioni di direttore di mensa) è di troppo; quindi non gli ha dato la carta di circolazione e la Base lo fa partire con una colonna di muli.17/9/43
In tutti questi giorni mi assillano il pensiero di poter far sapere alla famiglia che sto ottimamente fisicamente e moralmente e così di sapere sue notizie.Il nostro destino pare che sia la Patria e quindi mi rallegra il pensiero di vedere presto i miei cari.”.....
Non andò a finire come mio nonno sperava: il diario, trovato in un baule pochi anni fa, termina nel Giugno del 1944. Mio nonno tornò a casa quell’estate, dopo avere passato l’inverno in un campo di detenzione polacco. Tornò a casa piedi e pesava 45 chili.Morì nel 1959. Non parlò mai delle due guerre e della sua prigionia.
Dopo il suo ritorno, non volle mai più parlare di politica.