Oggi è stata una giornata molto dolorosa, ho pianto, si ho pianto per la grave perdita della vita di quei disperati che cercavano una via di fuga.
Credevano di averla trovata.
La loro libertà ora è dentro un sacco azzurro.Il post di Potaci mi fa riflettere; oggi ho dedicato tempo alla lettura del suo blog e l’empatia è stata così forte che non sono riuscita ad arrivare fino in fondo al testo; ho toccato la sua “solitudine”, lei racconta di progetti, di azioni, di voglia di fare e creare, di bambini che non ci sono più, di lacrime contenute e dichiarate.
Lei sorride.Lei ha trovato la forza, Lei non l’ha mai persa.
Lei si fa viva, sempre, da oltre 105 giorni documenta con gli scatti la sua vita.Abbiamo davvero permesso che dentro di noi si piantassero cartelli? Quando è successo tutto questo, noi, dove eravamo?
La vicina di blog ha trovato una risposta, voi quale indicazione o prescrizione avete scelto?Vi invito a far visita a Potaci e lasciare qui un vostro pensiero.
E la notte dei cartelli. Che quella scema dell’Annuzza dice “non trovo la mia direzione” e allora facciamo dei cartelli per spiegargliela. E così penso ma io, ma io che cartello vorrei trovare, ogni mattina, sul palo dove lego la bicicletta?
E giù a piangere.
Perché ci sono dei cartelli che ci mettono dentro, che ci sistemano nel petto, nella pancia e nella testa da piccoli e poi quelli, hai voglia a dire “la concessione è scaduta” oppure “qui facciamo un senso unico”, niente, quei cartelli rimangono lì, e non c’è neve che tenga, non vengono giù.
Ci vogliono le lacrime per farli sbiadire e le risate per farli tremare.
Poi magari oh, magari c’è qualcuno di fortunato che gli hanno piantato dentro dei cartelli strepitosi e non li vuole togliere, anzi li fa vedere a tutti e li consiglia. Gente poco interessante.
Insomma, alla fine, ci ho pensato e…
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