Probabilmente non era bella nel senso classico del termine, ma era molto carina, e ben più che attraente perchè gli occhi maschili si incollassero su di lei ogni volta che entrava in una stanza. Quello che le mancava in pura bellezza, la bellezza da diva del cinema di certe donne che dive del cinema magari non lo sono, la compensava emanando un’aura di fascino, soprattutto quando era giovane, dai venticinque ai quarant’anni, una misteriosa combinazione di portamento, sicurezza ed eleganza, gli abiti che suggerivano la sensualità della persona al loro interno senza enfatizzarla troppo, il profumo, il trucco, i gioielli, i capelli acconciati con stile, e, soprattutto, l’espressione giocosa dei suoi occhi, a un tempo diretta e riservata, un’aria sicura, e anche se non era la donna più bella del mondo, si comportava come se lo fosse, e una donna che riesce in questo inevitabilmente farà girar la testa, e fu per quello, senz’altro, che le matrone cipigliose della famiglia di tuo padre si misero a disprezzarla nel momento in cui abbandonò l’ovile.
[Diario d'inverno, Paul Auster, cit. pp. 111-112]