20 Maggio 2012
Ci sentiamo perché, a meno che, per disgrazia, non si sia diventati sordi, non possiamo fare a meno di sentirsi, di sentirci.
Ci sentiamo, ma non ci ascoltiamo perché ci è faticoso ascoltarci.
Squilla il telefono e quando abbiamo capito che la persona che ci ha chiamato è una che ci è antipatica, non riattacchiamo, ma, per falsa educazione, gentilezza, la facciamo parlare, sfogare, senza ascoltarla, ma, soltanto, facendo passare il tempo finché non ha finito di parlare e, poi, con un bisillabico CIAO lo salutiamo, lo scarichiamo.
Promettiamo, ma non manteniamo la promessa dicendo:”Ti richiamerò! Ti scriverò!”, ma non richiamiamo e, forse, scriviamo una lettera, una mail, la spediamo, non per amicizia, forse, per educazione, per gentilezza, ma, il più delle volte per pagare una tassa, per togliersi un dente, per mantenere le distanze.
Dico, alla maniera di Adriano Celentano:”Sentirsi, sentirci è lento! Ascoltarsi, ascoltarci è rock!”
Luca Lapi