Festival del cinema di Roma
I guardiani della galassia
di John Gunn
con Chris Pratt, Zoe Saldana, Vin Diesel
genere, fantasy
Usa, 2014
durata, 121'
Parlare
de “I guardiani della galassia” è un po’ come tirare fuori la vecchia
storia delle uova al tegame: chi le vuole ben cotte, chi meno ma, al
dunque sempre di quello si tratta, di uova. L’ultimo parto dei Marvel
studios (distribuzione Disney) si muove, infatti, in equilibrio su un
grado di cottura –
per continuare ad usare la metafora alimentare – che rasenta una buona
frittata, buona perché ha più o meno il sapore di sempre.
La
storia della combriccola dei Guardiani – Peter Quill, ragazzone
scapestrato ma dal cuore d’oro, Indiana Jones con meno titoli accademici
ma con sempre al seguito un walkman, ultimo regalo della madre
scomparsa; Gamora, guerriera dalla pelle verde in cerca di riscatto da
un passato burrascoso; Drax, galeotto iper-palestrato animato dall’unico
desiderio di vendicare lo sterminio della propria famiglia; Rocket,
procione parlante frutto di strane alchimie biologico-cibernetiche,
ingegnere tuttofare, mercenario petulante e sarcastico e Groot, albero
antropomorfo che si esprime ripetendo all’infinito l’asserzione che
indica il suo nome – è quella tipica dei
buddy movies,
in cui all’inizio si sta sempre sul punto di staccarsi la testa
vicendevolmente e alla fine si diventa amiconi inseparabili. Nel caso, a
porsi di mezzo, è il
tira e molla intrapreso fra due razze opposte e
ostili, una delle quali briga senza esclusione di colpi per
impossessarsi di una sfera prodigiosa –
Orb –
contenente il potere immenso della commistione degli elementi che hanno
formato l’universo, al fine di sterminare gli avversari, da un lato e
porre la propria decisa candidatura al comando del medesimo, dall’altro.
Ciò
che è interessante notare, però, è che dove il film funziona meglio – e
sembra un paradosso – per i suoi 121′ (che filano via, in ogni caso,
con una certa agilità) è quando si affida ai siparietti
farsesco-goliardici modello
slapstick comedy,
più che alle sequenza d’azione, le quali, nella ripetitività di schemi e
soluzioni formali abbondantemente usurate, dicono poco anche al più
integralista dei sostenitori. A riparo della propria noncurante
superfluità, “I Guardiani della galassia” si apprestano a
sbarcare/sbancare anche da noi (sono annunciate per l’uscita del 22/10
ben 600 copie) e a non abbandonarci per un bel pezzo. L’ultima immagine
del film, difatti, è una sovrimpressione che recita: “I guardiani della
galassia torneranno ancora”. Se lo dicono loro…
(Il 3D, nel caso, non aggiunge sale alle uova).
TFK (Voto **1/2)