La storia di Nathan è quella di un ragazzo al contempo autistico e genio della matematica, con tutti i problemi, specie nelle relazioni sociali e personali, che ciò comporta.
Lungi dall’essere la classica ascesa “all’americana”, nella quale il protagonista disadattato e malvoluto è solito prendere la rivalsa finale su tutti, “X+Y” è un fitto e pregiato tessuto tirato fuori dalle psicologie estremamente complesse di tutti i personaggi (in particolare della madre e del professor Humphreys, mentore del ragazzo, interpretato genialmente da Rafe Spall), perfettamente tarati nel dare una precisa linea drammaturgica al film, e le psicosi del protagonista, riportate con grande naturalezza dall’interprete Asa Butterfield (che ricorda vagamente Elijah Wood nei suoi momenti migliori).
L’innamoramento con la sua compagna Zhang innescherà il processo dialettico di cui parlavamo qualche riga fa, dando dunque dinamismo alle emozioni del giovane protagonista che, chiuso nella sfera cinica/matematica, fino ad allora unico pianeta a lui noto ed accessibile, tenterà addirittura di capire, invano, l’amore attraverso una formula:
“Ed ecco che Apollo non poteva vivere senza Dioniso”. Antonio Romagnoli (voto****)