9 maggio 1978: Aldo Moro e Peppino Impastato

Creato il 08 maggio 2012 da Yellowflate @yellowflate

“Era la notte buia dello Stato Italiano, quella del nove maggio settantotto..
La notte di via Caetani, del corpo di Aldo Moro, l’alba dei funerali di uno Stato.. “(MCR)

Il 9 maggio è diventato una ricorrenza della Repubblica Italiana istituita con la legge 4 maggio 2007 n. 56.; è infatti il  Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo.

Il 9 di maggio si celebra una particolare giornata in ricordo di quella mattina del 9 maggio 1978, quando il cadavere di Aldo Moro viene ritrovato all’interno di una auto nei pressi di via Caetani.

La legge che istituisce il  Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo e’ composta da due articoli, il primo suddiviso in due commi. Art. 1: ”La Repubblica riconosce il 9 maggio, anniversario dell’uccisione di Aldo Moro, quale ‘Giorno della memoria’, al fine di ricordare tutte le vittime del terrorismo, interno e internazionale, e delle stragi di tale matrice”.  Art 2. In occasione del “Giorno della memoria” di cui al comma 1, possono essere organizzate, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, manifestazioni pubbliche, cerimonie, incontri, momenti comuni di ricordo dei fatti e di riflessione, anche nelle scuole di ogni ordine e grado, al fine di conservare, rinnovare e costruire una memoria storica condivisa in difesa delle istituzioni democratiche”.
Prima firmataria della legge è Sabina Rossa, figlia del sindacalista Guido Rossa, ucciso a Genova dalle Brigate Rosse il 24 gennaio 1979.

Aldo Moro, statista e uomo politico, morto ammazzato dalle Brigate Rosse, un sequestro lungo, che nonostante tutti i processi, ancora oggi ha tanto da “svelare”, misteri sul sequestro, sulla trattativa, sul perchè troppo poco venne fatto per restituire la libertà a Moro, l’uomo, il padre, il professore, centinaia di migliai i chilometri di carta usate per scrivere le indagini, le sentenze, i libri, e poi, i film, le sceneggiature. Tanto si è detto, tanto si dice ma nonostante tutto un alone di mistero avvolge il caso Moro, forse chi sapeva ora non c’è più; ogni tanto dal buio nebuloso del passato appaiono come ombre nuovi fantasmi, ricordi e qualche flebile pista viene seguita, ma quel che è stato è stato. Dopo Moro le pagine della storia d'Italia hanno preso un altro senso e chissà cosa poteva succedere se quella triste pagina non si scriveva.

Mentre Moro veniva ucciso dal commando brigatista, a mille chilometri di distanza nella “terra dei vespri e degli aranci” per mano mafiosa moriva Peppino Impastato, ai tempi indicato come “terrorista”, un giovane che, combatteva la mafia, un giovane che faceva politica in quei luoghi dove il potere mafioso invece era organizzato come struttura parastatale.

Negli anni Salvo Vitale, giornalista, e tanti amici e compagni di Peppino, ma sopratutto giovani, donne e uomini hanno chiesto che il 9 maggio si ricordasseto tutte le vittime morte ammazzate per atti di terrorismo e stragismo, andando oltre ai tristi e bui anni '70, arrivando sino alle tragiche morti di magistrati, di uomini e donne dello Stato, chiedendo un riconoscimento per tutte le vittime. Ma domani, oltre le classiche deposizioni nei storici luoghi frequentati da Moro, chi si impegnerà per portare avanti il senso della lotta al terrorismo? Chi ricorderà queste due morti? Chi ricorderà le tante vittime per stragi e terrorismo, ogni giorno?

Mia dolcissima Noretta,

credo che questa sia proprio l’ultima. Per ragioni misteriose mi sembra preclusa qualsiasi speranza. Non si sa neppure approssimativamente, che cosa accade, in che si concludano le varie iniziative delle quali una volta si parla……Per me, è finita. Penso solo a voi e, se non sono oppresso fino alla follia, vi richiamo, vi rivedo, da grandi e da piccoli, da anziani e da giovani e tra tutti il dilettissimo Luca con cui passo ancora i momenti disponibili. …. Abbracciameli tutti tutti, uno ad uno, ogni giorno, come avrei fatto. Ricordatemi un po’, per favore. Io sono cupo e un po’ intontito. Credo non sarà facile imparare a guardare e a parlare con Dio e con i propri cari. Ma c’è speranza diversa da questa? Qualche volta penso alle scelte sbagliate, tante; alle scelte che altri non hanno meritato. Poi dico che tutto sarebbe stato eguale, perché è il destino che ci prende. Mentre lasciamo tutto resta l’amore, l’amore grande grande per te e per i nostri frutti di tanta incredibile e impossibile felicità. Che di tutto resti qualcosa. Ti abbraccio forte, Noretta mia. …….Aldo


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