San Donnino attraverso il torrente (Ettore Ponzi: olio su tavola) Secondo la tradizione fu martirizzato nella città di Fidenza il 9 ottobre del 299. Era verosimilmente un soldato al servizio dell'imperatore Massimiano Erculeo, per il quale aveva una mansione importante anche se a noi sconosciuta; secondo i bassorilievi del Duomo di Fidenza che ne narrano la storia, costui sarebbe stato destituito dal suo incarico a causa della sua conversione al Cristianesimo, venne in seguito perseguitato e infine inseguito e raggiunto per ordine dell'Imperatore lungo le rive del fiumeStirone e su quel luogo decapitato.
San Donnino nei momenti difficili
San Donnino protegge la cattedrale
(Ettore Ponzi: cartone preparatorio)
In quei tempi le notti bianche non erano festa e San Donnino non era una data del calendario. Il breve articolo datato 22 maggio 1943 racconta di una processione propiziatoria avvenuta due mesi prima. Un anno dopo il terribile bombardamento del 13 maggio '44 in cui la cattedrale rimase intatta tra le rovine e 113 morti.
Processione propiziatoria Diecimila fidentini presero parte domenica 21 marzo, alla solenne processione col corpo del Santo Protettore Donnino. Il corteo era aperto dal Gonfalone del Comune che era seguito dalle rappresentanze religiose e delle varie Parrocchie cittadine ed extraurbane. Dopo il Capitolo della Cattedrale ed altri sacerdoti, veniva l'Ecc. Rev.ma Monsignor Vescovo seguito dell'Urna contenente le ossa del Santo Martire scortata da soldati e militi. Al suo passaggio tutta la gente che era numerosissima ai lati della strada s'inchinava reverente. Chiudevano la processione le Autorità Civili e Militari della città, i gagliardetti delle Associazioni ed il popolo. Ai soldati che erano schierati in Piazza Garibaldi Mons. Vescovo rivolse brevi elevate parole esortandoli a servire sempre fedelmente la Patria. Quando l'Ecc.mo Mons. Vianello e la Sacra Urna giunsero nella piazza del Duomo, quella era rigurgitante di folla che attendeva la parola del Pastore. Salito sul podio costruito all'ingresso principale del Duomo, parlò ai presenti esaltando prima di tutto i nostri valorosi soldati ed enumerando poi tutti i nostri doveri di italiani in questa ora solenne che la Patria sta vivendo, tesa con tutte le sue migliori forze al raggiungimento della Vittoria finaIe. L'Ecc.mo Presule stigmatizzò coloro che da questa ora non pensano che a trarre illeciti benefici finanziari ed a divertirsi apertamente senza alcun riguardo per i fratelli che combattono, muoiono per un solo ideale, la Patria. Il discorso del Vescovo suscitò profonda commozione ed ottenne applausi entusiastici. Anno II n°22 22 maggio 1943 XXI