(by Simone Clara)
Abel Eduardo Balbo è sempre stato un bomber atipico. Non ha mai avuto l’ardore agonistico e la potenza dei tipici goleador di razza, non ha mai fatto a spallate con i difensori avversari in un calcio italiano, quello degli anni 90, nel quale la fisicità e la cattiveria erano determinanti per resistere agli urti delle difese avversarie. Eppure, stiamo parlando di uno dei più grandi cannonieri della Serie A. Un numero 9 ‘sui generis’ dotato di una tecnica eccelsa, di un carettere introverso e di una sportività esemplare. Abel nasce in Argentina, a Villa Constitutiòn, il 1 giugno 1966. Newell’s e River Plate i primi passi della sua lunga carriera, poi l’approdo in Italia, a Udine, nel 1989 insieme a Nestor Sensini: ambiente ideale per esprimersi al meglio. L’impatto con il campionato italiano è ottimo, 11 reti che gli valgono la convocazione nella Selecciòn argentina per i mondiali di Italia 90. Purtroppo però i friulani retrocedono in Serie B, e ci rimarranno fino al 1992 (nel 90/91 è capocannoniere in serie cadetta). Il campionato 1992-93 è quello della consacrazione. Balbo realizza 22 reti attirando l’attenzione dell’Inter, ma a fine stagione finisce alla Roma per 18 miliardi di lire. In giallorosso disputerà cinque stagioni memorabili diventando in breve tempo bomber e capitano. Un leader silenzioso, Abel, sempre corretto in campo ma spietato sotto porta. Le sue reti non sono mai banali, rapace in zona gol, fortissimo di testa e discreto anche sui calci piazzati. Il suo destro è secco e preciso, sia da breve che da media distanza. Non è velocissimo ma la sua intelligenza tattica gli consente di integrarsi al meglio con qualsiasi compagno d’attacco. I suoi piedi buoni gli permettono di ricoprire un ruolo diverso con la maglia della nazionale. Ai mondiali di Usa 94 il c.t. Alfio Basile lo schiera a centrocampo, facendo giocare contemporaneamente Maradona, Batistuta e Caniggia. Nonostante questo, era stato proprio lui con uno spettacolare colpo di testa a regalare all’Argentina la qualificazione nello spareggio contro l’Australia: probabilmente il gol più importante della sua carriera. Nella stagione 1994-95, Balbo si afferma definitivamente andando a segno 22 volte, chiudendo secondo in classifica cannonieri dietro al connazionale e amico Batistuta (che qualche anno più tardi ritroverà a Firenze e a Roma). Forma con Daniel Fonseca una formidabile coppia d’attacco. I giallorossi di Mazzone si piazzano al quinto posto per due stagioni consecutive. Nell’estate del 1996 la squadra passa a Carlos Bianchi, ma la squadra non riesce a fare il definitivo salto di qualità. Il 29 ottobre 1996 i giallorossi escono in malo modo ai sedicesimi di Coppa Uefa contro i tedeschi del Karlsruhe.