Pubblicato da fabrizio centofanti su marzo 12, 2012
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Non credi ai tuoi occhi, né agli orecchi. Non pensavi che nella vita potessero accadere certe cose. Stai cantando: sei matta? L’esistenza è davvero una busta di giocattoli, la possibilità di rischiare tutto, anche la pelle, in un supermercato per esempio, dove un uomo di nome Marius ti spara addosso e il proiettile ti accarezza la guancia come un amante appassionato, e prendi il tuo uomo per il braccio e lo trascini via, come se il romanzo fosse un luogo da cui evadere, un posto dove non sei al sicuro, e allora via, con i ricci al vento, i capelli rossi che lo hanno stregato, perché ognuno è vinto da qualcosa, si arrende a una bellezza, si lascia rovesciare, cambiare alla radice, non è l’amore la forza che ti cambia?
- Mi spieghi che è successo?
- Marius è tornato.
- Che voleva?
- Si è costituito, ma non solo.
- Non lasciarmi sulle spine, sputa il rospo.
- Perché ti arrabbi? Sei geloso?
- Hai ragione. Andiamo avanti.
- Ha detto che non c’entravi nulla, anzi, eri d’intralcio.
- Perché l’ha fatto?
- Si è ricordato delle parole di un prete.
- Che parole?
- Ricordati della lealtà.
- E lui si è ricordato?
- Sì.
Lo vedi piangere, cercando di nascondersi, voltandosi dall’altra parte. Un uomo come Marius: un bandito senza scrupoli, quasi un assassino. Hai vinto al gioco, è uscita la casella giusta: tornate al punto di partenza.
- Vuoi dire che mi hanno scagionato?
Fai fatica a distinguere il sogno e la realtà. E Arturo è un venditore di sogni. Ti senti dentro un romanzo, ma incompiuto: qualcosa manca, l’autore si è concentrato sul tasto del pericolo, gli ha preso la mano, ha puntato troppo in alto, diciamo che ha bluffato e ci stava rimettendo il patrimonio. Ci vuole una penna più romantica, la luce soffusa dell’amore, dei capelli che ha cominciato a accarezzare, la mano scende, si ferma sul petto che non ci vuole stare nella camicetta di seta blumarino. Sì, manca la parte che aveva tralasciato, che un altro stava già scrivendo, sapendo che neanche lui avrebbe potuto scrivere il romanzo come il lettore lo vorrebbe, fatto di sorprese ma anche di dolcezza, quella che lui mette nella mano che ora sfiora il seno avvertendone la curva morbida che culmina nel rosa del capezzolo, sì, è il romanzo che sta scrivendo Giorgio, il mendicante, che ha il tempo di sentire l’odore della pelle, di appoggiare le labbra sulla coppa bianca e sussurrare parole che non puoi sentire: c’è qualcosa che può soltanto immaginarsi, altrimenti il lettore che farebbe, quale sarebbe la sua parte?
- Ti hanno scagionato.
Lo dici a te stessa, perché lui non sente più, è tutto preso dalla parte di sogno che mancava.