Poi oggi DonnaConFuso ha fatto un post, con una sua foto, dove ha fatto una bella riflessione (ero più innocente, fiduciosa e non avevo ancora incontrato il dolore vero).
Sicuramente e' una cosa che accade a molti, riguardando vecchie foto.
Allora sono tornata a quella foto del nostro ultimo viaggio in bici, dove io me la pedalo tranquilla e fiduciosa, dove la strada e' piatta e dritta, dove per arrivare da un punto all'altro e' necessario solo pedalare e coprire una certa distanza, la piu' corta per arrivare prima, e' solo una questione di tempo, ma si arriva. E l'illusione che la vita sarebbe stata cosi'.
Invece nella vita reale ci sono anche le montagne, e quella che sembrava la strada piu' corta non e' detto che sia la piu' veloce, se non si considera l'altimetria... Possono esserci salite o discese troppo ripide da fare in bici, che tocca scendere per prendere fiato o per evitare di "sfracellarsi". Bisogna studiare le mappe e a volte tocca scegliere il percorso piu' lungo, se si vuole arrivare.
Ma quando poi si giunge di nuovo in pianura ci si sente piu' leggeri (dice sempre DonnaConFuso: Ricerco la leggerezza, perchè la pesantezza arriva da sola).
Ci vuole la montagna per apprezzare la pianura, la giornata di pioggia per apprezzare il sole, il deserto per apprezzare il pozzo d'acqua, perdere per ritrovare, perdersi per ritrovarsi.