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A 40 anni dal golpe cileno: L'ultimo discorso del presidente Salvador Allende

Da Rottasudovest
In questo momento passano gli aerei. E' possibile che ci mitraglino. Ma che sappiano che siamo qui, almeno con il nostro esempio, che in questo Paese ci sono uomini che sanno rispettare gli obblighi che hanno. Io lo farò, per mandato del popolo e per mandato cosciente di un Presidente che ha la dignità della carica consegnatagli dal suo popolo, in elezioni libere e democratiche. Nel nome dei più sacri interessi del popolo, in nome della Patria, mi appello a voi, per dirvi che abbiate fede. La storia non si ferma né con la repressione né con il crimine. Questa è una tappa già superata. Questo è un momento duro e difficile: è possibile che ci schiaccino. Ma il domani sarà del popolo, sarà dei lavoratori. L'umanità avanza per la conquista di una vita migliore. Pagherò con la mia vita la difesa dei principi che sono cari a questa Patria. Cadrà la vergogna su quelli che hanno disatteso i loro impegni, mancando alla loro parola… rotto la dottrina delle forze Armate. Il popolo deve essere attento e vigile. Non deve lasciarsi provocare né massacrare, ma deve anche difendere le proprie conquiste. Deve difendere il diritto di costruire con il suo sforzo una vita dignitosa e migliore. Sicuramente questa sarà l'ultima volta che posso dirigermi a voi. Le Forze Aeree hanno bombardato le antenne di Radio Magallanes. Le mie parole non hanno amarezza, ma delusione. Siano esse un castigo morale per chi ha tradito il proprio giuramento: soldati del Cile, comandanti in capo titolari, l'ammiraglio Merino, che si è autodesignato comandante dell'Armata, più il signor Mendoza, generale voltagabbana, che solo ieri aveva manifestato la sua lealtà e fedeltà al Governo e che si è anche autoproclamato Direttore Generale dei carabinieri. Davanti a questi fatti posso solo dire ai lavoratori: non rinuncerò! Collocato in un passaggio storico, pagherò con la mia vita la lealtà al popolo. E vi dico che ho la certezza che il seme che abbiamo consegnato alla coscienza degna di migliaia e migliaia di cileni, non potrà essere segato completamente. Hanno la forza, potranno travolgerci, ma non si fermano i processi sociali né con il crimine né con la forza. La storia è nostra e la fanno i popoli. Lavoratori della mia Patria: voglio ringraziarvi per la lealtà che avete sempre avuto, la fiducia depositata in un uomo, che fu solo interprete delle grandi aspirazioni di giustizia, che impegnò la sua parola, assicurando che avrebbe rispettato la Costituzione e la legge e così ha fatto. In questo momento definitivo, l'ultimo in cui posso dirigermi a voi, voglio che impariate la lezione: il capitale straniero, l'imperialismo, uniti ai reazionari, hanno creato il clima adatto, affinché le Forze Armate rompessero la loro tradizione, quella insegnata dal generale Schneider e riaffermata dal comandante Araya, vittime dello stesso settore sociale che oggi starà aspettando con mano pulita, riconquistare il potere, per continuare a difendere i suoi granai e i suoi privilegi. Mi dirigo a voi, soprattutto alla donna modesta della nostra terra, alla contadina che ha creduto in noi, alla madre che ha saputo della nostra preoccupazione per i bambini. Mi dirigo ai professionisti della Patria, ai professionisti patrioti che hanno continuato a lavorare contro la sedizione auspicata dalle associazioni professionali, associazioni classiste che hanno difeso anche i vantaggi di una società capitalista. Mi dirigo ai giovani, a quelli che hanno cantato e donato la loro allegria e il loro spirito di lotta. Mi dirigo all'uomo del Cile, all'operaio, al contadino, all'intellettuale, a quelli che saranno perseguitati, perché nel nostro il Paese il fascismo è già stato presente molte volte; negli attentati terroristici, che hanno fatto saltare i ponti, interrotto le linee ferroviarie, distrutto oleodotti e gasdotti, davanti al silenzio di chi aveva l'obbligo di agire. Avevano dato la loro parola. La storia li giudicherà. Sicuramente Radio Magallanes sarà fatta tacere e il metallo tranquillo della mia voce non arriverà più a voi. Non importa. Continuerete a sentirla. Sarò sempre insieme a voi. Almeno il mio ricordo sarà quello di un uomo degno, che fu leale alla Patria. Il popolo deve difendersi, ma non sacrificarsi. Il popolo non deve lasciarsi travolgere né sparare, ma non può neanche umiliarsi. Lavoratori della mia Patria, ho fede nel Cile e nel suo destino. Altri uomini supereranno questo momento grigio e amaro, in ci il tradimento pretende imporsi. Andate avanti, sapendo che molto prima che tardi, si apriranno di nuovo i grandi viali, in cui passerà l'uomo libero, per costruire una società migliore. Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori! Sono le mie ultime parole e sono sicuro che il mio sacrificio non sarà invano, ho la sicurezza che almeno sarà una lezione morale, che castigherà la fellonia, la vigliaccheria e il tradimento. (Salvador Allende, Palazzo de La Moneda, Santiago del Cile, 11 settembre 1973)

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