Massimo Annibale
(Nella foto a lato i nostri due “cronisti” in quel di Basilea)
=========================================
TOBY KEITH, AVO SESSION DI BASILEA (CH), 12 NOVEMBRE 2011: NOI C’ERAVAMO!
Di Giovanni “CowboyGio” Citarda e Dj Eli
L’aspettativa era molto alta, galvanizzati come eravamo dall’idea della gita fuori porta, dalla bella giornata e di questa fiera inaspettata.
Abbiamo atteso l’orario di apertura dell’Avo Session gironzolando qua e la per le strade concedendoci qualche peccatuccio di gola. Solo verso le 18.00 abbiamo iniziato a vedere qualche cappello da cowboy, per la maggior parte svizzeri. Alle 19.00, quando finalmente abbiamo deciso di entrare, abbiamo trovato alcuni italiani in trasferta come noi, anche loro confidanti in un grande concerto.
Problemi fin dall’inizio del concerto del nostro sia con l’audio (non proprio il massimo!) che con 2 malefici faretti i quali, posti proprio nel mezzo dei due megaschermi rispetto alla nostra posizione, ci hanno impedito di fare qualche foto decente. Finalmente il grande momento è giunto: arriva lui, parte con “Made in America”… audio disastroso…! Si riprende poco dopo con “Clancy’s Tavern” e “Red Solo Cup”, tratti dal suo ultimo album; poi a seguire i grandi successi, “I Wanna Talk About Me”, “White Rose”, “I Love This Bar”, “Who’s Your Daddy”, “God Love Her”, “Beer For My Horses”, “As Good As I One Was”, “Does That Blue Moon Ever Shine On You”, “American Ride”, “Get Drunk And Be Somebody”, “Should’ve Been a Cowboy”, “A Little Less Talk And a Lot More Action”.
Il concerto è finito dopo circa 1 ora, i brani ascoltati sono stati una quindicina, compreso il bis. Toby è sembrato essere uscire scocciato.
Un vero peccato. Lui ha sicuramente soddisfatto le nostre aspettative: grande voce, grande presenza scenica, qualche battuta.
Tra i musicisti abbiamo riconosciuto Josh Bertrand alla steel guitar musicista che abbiamo avuto il piacere di conoscere personalmente e di ascoltare l’anno scorso al Country Christmas di Pordenone durante il concerto di Ray Scott.
Difficile capire per quale motivo il concerto sia durato così poco, le congetture si sprecano. Ci rimane una sola certezza: mai più andremo a vedere un concerto in Svizzera, al di là della spesa e del viaggio.
È proprio vero il detto “chi ha i denti non ha il pane e chi ha il pane non ha i denti”. La Svizzera possiede gli spazi ed i mezzi per diffondere la musica country in Europa ma gli organizzatori non sanno sfruttare questa loro forza, non sanno cosa sia l’accoglienza ma soprattutto non sanno cosa voglia dire proporre un concerto, anzi un Concerto.
Un nome del genere si meritava il palco per almeno 1 ora e mezza! Problemi di budget? Allora forse era meglio eliminare il soporifero Steve Earle e pagare un unico solo grande Toby Keith.
Credit Foto
Per la prima foto dall’alto: foto Giovanni Citarda
Per la seconda e la terza foto dall’alto: foto Dominik Plüss