Merola: “Favoriamo le coppie sposate”
Il primo cittadino va in direzione opposta rispetto alla mossa del governatore Vasco Errani che aveva aperto alla parità per le coppie di fatto per le graduatorie pubbliche. “Se ci assumiamo impegni maggiori verso gli altri credo che sia necessario distinguere”. Il centrodestra: “Deve fare così”. L’Udc parla di “svolta storica”. Il Cassero: “Grave passo indietro”. Grillini (Idv): “Dissento dal doppio binario per chi ha un pezzo di carta e chi non ce l’ha”. Dopo le polemiche la precisazione del sindaco: “Usciamo da un lungo periodo in cui ha prevalso l’idea e la pratica della libertà dai legami. Ma non intendo rivedere le regole comunali o i punteggi”
Controcorrente, almeno rispetto a quello che ha sempre perseguito Vasco Errani, la sostanziale parità di diritti fra coppie sposate e coppie di fatto. Virginio Merola dai microfoni di ETv, ricorda invece che “siamo persone libere ma nella vita dobbiamo saper mettere insieme anche la responsabilità con la libertà”, e dunque per le graduatorie comunali andranno “più punti alle famiglie sposate”.
“Se ci assumiamo impegni maggiori verso gli altri credo che sia necessario distinguere”, precisa il primo cittadino. Merola, come riporta l’agenzia Dire, ribadisce anche di essere favorevole ai matrimoni gay e disposto a considerare coppie sposate anche quelle dello stesso sesso, purchè però venga fatta una legge nazionale. “Se verranno da me coppie gay per chiedermi di sposarle? non avrà molto senso, perchè non c’è una legge nazionale. Io sono per rispettare le leggi nazionali”.
Cosa sono i Dico. A gennaio 2011 arriva l’assoluzione della Consulta sui “Dico all’emiliana”. La Corte costituzionale aveva infatti rigettato il ricorso del governo contro la finanziaria della Regione Emilia Romagna, che garantisce pari accesso ai servizi a coppie sposate e di fatto. Una norma approvata dal governatore Vasco Errani nella coda del suo precedente mandato, prima della rielezione del marzo 2010, che fu per molte settimane al centro di polemiche, tra la bocciatura del cardinale Carlo Caffarra (“Dio vi giudicherà”) e le critiche del centrodestra.
Il centrodestra: “Deve essere così”. Appoggia in pieno la posizione del sindaco il suo sfidante alle elezioni, l’attuale capogruppo del Carroccio in Consiglio comunale Manes Bernardini. “Lui deve dare più punti alle coppie sposate, questo è ovvio. Il riconoscimento va dato alla famiglia fondata sul matrimonio, così come viene indicato nella costituzione. Adesso però io vorrei che introducesse anche un bonus basato sulla residenza per l’assegnazione delle case che vada a premiare chi risiede a Bologna da più tempo”.
Un plauso arriva anche dall’Udc: “Sarebbe una svolta storica e positiva”, commenta Maria Cristina Marri, coordinatrice provinciale del partito di Casini. Il vicepresidente dei deputati Udc Gianluca Galletti si spinge anche oltre: “”Noi abbiamo sempre sostenuto la necessità di tutelare in modo più concreto la famiglia fondata sul matrimonio, e questa ci sembra una decisione che va verso questa direzione. Non resta che attendere i fatti”, scrive in una nota, definendo le dichiarazioni di Merola “un’assunzione netta di reponsabilità” da parte del sindaco. “Una qualità sempre più rara in politica”.
Il Cassero: “Grave passo indietro”. Non si fa attendere la dura replica della comunità omosessuale di Bologna. In una nota il centro culturale Cassero giudica la distinzione fra coppie sposate e non “in palese contraddizione con il più banale dei principi di uguaglianza: se il matrimonio è una condizione discriminatoria in Italia – in aperto contrasto con il Trattato di Lisbona- prenderla a parametro del welfare vuol dire cavalcare quella discriminazione e rendersene coautori assieme a questo indegno Parlamento“. La direzione indicata da Merola quindi “è un grave passo indietro rispetto alle norme approvate dalla Regione Emilia Romagna e vagliate anche dalla Corte Costituzionale. Infine, invitiamo il sindaco ad aprire gli occhi e a rendersi conto che il matrimonio in Italia non è precluso solo agli omosessuali, ma anche a chi per possibilità economiche rimanda il “grande giorno”: i precari, ad esempio, quel “peggio dell’Italia” che la politica continua a offendere“. Dello stesso tono il messaggio che manda al sindaco il capogruppo di Sel Cathy La Torre: il Comune dovrebeb andare “nella direzione della regione sull’equiparazione tra coppie sposate e coppie di fatto. Ricordiamoci che ci sono delle coppie che non si possono sposare perché non ne hanno il permesso. Non si può produrre diseguaglianza“.
Idv: “Divide il centrosinistra”. “Non è più tempo per le gaffe”, tuona l’Idv Silvana Mura, ricordando gli scivoloni di Merola sul Bologna in campagna elettorale. “Dovrebbe chiarire il senso delle sue parole in merito alle graduatorie comunali e diradare le nubi su quello che sembra a tutti gli effetti un nulla osta alle diseguaglianze“. Il consigliere regionale Franco Grillini: “Tutte le famiglie hanno gli stessi diritti. Dissento dal doppio binario per chi ha un pezzo di carta e chi non ce l’ha. Merola divide inutilmente il centrosinistra”. Rifondazione attacca: “Nella stessa giornata in cui all’Onu si vota una risoluzione che dice l’ovvio se vogliamo, e cioè che tutti gli individui devono avere pari diritti indipendentemente dal loro orientamento, stupisce che a bologna si senta la necessità di ribadire invece una differenza”.
La nota di Merola dopo le polemiche. Le parole di Virginio Merola suscitano il plauso del centrodestra e dure critiche dal centrosinistra. Raffaele Donini, segretario cittadino del Pd, ricorda però che il sindaco “ha confermato le cose che diceva in campagna elettorale”. Ma Merola tiene a precisare in una nota il suo pensiero. “Ritengo importante lavorare per costruire legami di libertà e di solidarietà tra le persone. Usciamo – è l’auspicio – da un lungo periodo nel quale ha prevalso l’idea e la pratica della libertà dai legami e dell’esaltazione dell’interesse individuale contrapposto all’interesse generale. Per questo ritengo importante sostenere le persone che scelgono legami di libertà, di responsabilità tra loro e verso la comunità. Il matrimonio implica un grado di responsabilità diverso rispetto ad altre scelte di convivenza. E credo che questo vada riconosciuto.
Ma questo, precisa Merola, “non significa negare diritti alle unioni di fatto o mettere in discussione i “Dico” proposti dalla Regione, né negare che per l’accesso alla graduatoria alla casa o ad altri servizi occorra discriminare chi non si sposa; ma è giusto o no prevedere qualcosa in più per chi si impegna in un legame maggiore? Non chiedo di rivedere le regole comunali o i punteggi, chiedo solo di provare di nuovo a chiamare le cose con il loro nome perché la politica sia utile ai cittadini per costruire legami di libertà e di responsabilità fra le persone”.