Più che parlare di negozio è il caso di parlare di “non negozio”, visto che non si paga: le persone entrano, scelgo ed escono dal non negozio senza tirar fuori un euro. Il progetto è stato realizzato da alcuni volontari che intendono rivoluzionare il modo di fare shopping, puntando sull’eco-sostenibilità. Basta solo una semplice, e aggiungerei giusta, offerta per coprire i costi del “non negozio”. Secondo uno dei volontari, la vendita degli oggetti affettivi è piuttosto complessa, dato che definire il valore economico di un oggetto può risultare difficile.
Ecco perché lo si regala. Il volontario di Passamano racconta di come ad esempio uno sciatore con problemi alla schiena è venuto in Via Rovigo 22/C (sede del non negozio) a regalare tutta la sua attrezzatura. Riuscirà quello che è a tutti gli effetti l’antitesi del negozio standard a decollare? Forse in Italia è più difficile, mentre in Inghilterra il movimento “Transition Town” di Rob Hopkins ha avuto buoni risultati.