A caccia di normodotati

Da Fishcanfly @marcodecave

Un curioso studio recente ha collegato la caccia ad un pene più piccolo. In altre parole chi andrebbe a caccia avrebbe un pisellino. Immaginiamo che ciò avrà sicuramente creato gravi reazioni dai cacciatori normodotati. Avere una vittima sotto controllo, dice lo studio, farebbe sentir bene il cacciatore che è sessualmente represso.

Ma per andare a caccia nei nostri giorni non serve un fucile e una foresta. Nossignori. Un supermercato abbastanza grande è sufficiente e il senso di avere una preda sotto i propri occhi. Chi non è mai andato, d’altronde, a caccia di offerte, del prosciutto più succulento o del detersivo a solo 99 centesimi.

L’esperienza del cacciatore e del consumatore sono esattamente gli stessi. L’ultimo prosciutto in offerta. Il primo tordo della mattina. Una vittima sotto controllo. L’emozione di farla fuori. Esattamente a 5 palmi dal prosciutto; 5 metri sotto il tordo. Si tratta di misure. Eccolo lì il nostro cacciatore di prosciutto bramire la preda, innocua nelle sue mani munite di una tagliente carta di credito. Non più represso sessualmente si avvia alla cassa a pagare lo scotto della caccia. Chi si alza all’alba, come si sa, avrà bisogno di un ristoro. E i ristori si pagano.


Ma allora perché fare uno studio sul pene del viril cacciatore (dando per scontato che magari non ci siano anche cacciatrici) e non sul pene del cacciatore medio del prosciutto a sconto? Avvisiamo il sessismo di tale ricerca.

Se effettivamente qualcun* cambia sesso, sarebbe contemplabile anch’ess* come represso sessualmente? E se un* ha fatto la falloplastica? A chi dai la colpa del pene piccolo? Al chirurgo, sicuramente.

Anche lui era un cacciatore.



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