Durante una manifestazione contro il governo Prodi nell’ormai lontano 2006 venivano scanditi, con voce chiara e tonante, slogan contro Clemente Mastella. In quel corteo ero presente anche io e pur non partecipando “vocalmente”, per carattere, mi beavo come una pasqua ascoltando quel: “arrestate Mastella” che prese corpo proprio quando il lungo serpentone umano passava dinanzi la Questura centrale di Napoli. Qualcosa, il pubblico degli astanti, doveva aver subdorato, qualcosa che andava ben oltre la naturale antipatia per colui che pacificamente viene considerato come il più transumante del genere homo, nonchè espressione di un’usanza fradiciamente democristiana. Vale la pena ricordare che in quel frangente rivestiva incarichi importantissimi nel governo più gratificato d’ortaggi della storia repubblicana. Non ancora esauritisi i fasci di sedano e i pomodori da lancio, di li a qualche mese, lo scandalo De Magistris, avrebbe drammaticamente segnato l’uscita dei Ceppalonici dal Governo. Tutta questa premessa serva da fulgido ricordo a quanti oggi accolgono, forse in uno slancio di gratitudine, l’uomo che ha fatto della Segreteria dell’Opinione Dominante, di Montiana memoria, la sua filosofia dell’esistenza. Le fuoriuscite e le piroette rientranti non si contano più. Non si ha purtroppo più memoria delle sue dichiarazioni che lo volevano “superiormente incompatibile” col centro destra, quelle manifestate quando pinguemente sedeva sullo scranno di Ministro. Se solo oggi valessero quelle sue parole, esse dovrebbero servire da immarcescibile e severo monito di cosa il “campanilone” nazionale sia capace. Seppure relegato lontano, in Europa, esso rientra nelle fila di questa coalizine di governo, un neo che verrà presto adoperato ad uso e consumo di chi oggi è all’opposizione. Un errore gravissimo, in quanto le distanze in politica non contano, si annullano nel giro di una legislatura e nulla vieterebbe al personaggio redivivo di poter un giorno ritrovarsi a vestire cariche istituzionali. Come spiegare poi questo allargamento di braccia a quegli stessi elettori che tanto lo avevano negativamente osannato? A quali esercizi verbali dovranno assistere per sentirne le ragioni? A quali slanci di celeste bontà politica si richiameranno coloro che oggi lo accolgono nella di Arcore casa del padre? Sebbene il periodo sia propizio agli scherzi questo non pare esserlo, a meno di un repentino ripensamento, nel qual caso, quella del Carnevale sarebbe davvero la migliore delle scuse. (nella foto: un'altra bocca da sfamare, a carico nostro ovviamente)
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