A carnevale ogni scherzo vale

Da Mammacattiva
A me il Carnevale non piace. Che mi ricordi non mi è mai piaciuto ma, osservando i miei bambini oggi, mi sorge il dubbio che ci sia stato un momento in cui l'ho goduto.
La memoria mi manda indietro l'insofferenza per la preparazione della maschera, il talento creativo di Nonna cattiva che, abilissima sarta, cuciva lei stessa i costumi a caccia di originalità e ci proponeva in rari tessuti di pannolenci, ricamati con paillettes multicolori e fettucce antiche. I costumi erano delle opere d'arte ma nessuno capiva mai chi fossimo e da dove venissimo: la regina delle carte, la spagnola di Segovia, nulla a che vedere con la ballerina di flamenco del nostro immaginario bensì la copia perfetta di una bambola di quella regione. Con mia zia e i miei cugini andavamo a delle feste a premi e vinceva sempre mio cugino vestito da Zorro.
Adesso non facciamo che qualsiasi cosa mi metta a contestare si trasformi in un trattato di psicoanalisi. Questa cosa non ha fatto nessun danno. Voglio solo spiegare che a me il carnevale non piace.
Mi ricordo poi mal volentieri il periodo barbaro degli scherzi: uova marce, schiuma da barba, gavettoni, coriandoli che poi la notte ti ritrovavi nelle pieghe del sedere. Mi muovevo per strada terrorizzata.
Poi c'erano le feste, quelle a tema e io non ne avevo mezza voglia di creare la maschera. Avevo amici che bastava lanciare un soggetto e sembravano un brainstorming in piena. Preferivo accodarmi ma senza troppo entusiasmo.
Meno male che i bambini hanno l'abilità di riconciliarti con alcune prese di posizione. Per sopravvivere, venire loro incontro e non fare di ogni situazione una battaglia da condurre, interpreti il loro entusiasmo e ti diverti con loro.
Carnevale è in corso e in programma ci sono le feste a scuola.
In questi giorni Leo è molto uggioso, un po' musone e io so perché. Sa che ci saranno le feste di Carnevale ma nessuno gli ha detto da cosa si vestirà. Sa bene che la maschera del topino e quella della volpe sono già piccole e potranno andare bene per Picca ma non trova risposta per sé.
"MC, sai che domani c'è la festa di Ca'r'nevale?"
"Sì, Leo, lo so che domani c'è la festa in maschera."
"…"
"… cosa?"
"La volpe è piccola".
"Lo so che è piccola per te. La mettiamo a Picca".
"Già…"
"Ti fidi della tua mamma?"
"Sì, ma anche il topino e piccolo".
"Leo fidati della tua mamma".
Questa mattina, quando è comparso nella mia stanza e ho tirato fuori dall'armadio la sua maschera ha pensato che avessero sostituito la sua mamma: quella che lotta contro l'invasione dei personaggi seriali, che non compra pupazzetti alle macchinette, che dice sempre di muoversi educatamente e non come dei mostri.
Mamma Cattiva si è travestita da Donna invisibile e ha comprato l'Uomo Ragno.

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