Pubblichiamo oggi la lettera di Ferruccio, lavoratore della Gino Rossi di Pontecuore, che ci scrive chiedendoci di raccontare la loro lotta. La redazione de L’isola dei cassintegrati si metterà presto in contatto con questi lavoratori.
Cara redazione de L’isola dei cassintegrati,
mi chiamo Ferruccio, ho 38 anni, e con altri 40 operai lavoro alla Gino Rossi di Pontecurone fabbrica produttrice di macchine da caffè del gruppo Brasilia. Vi scrivo perché non ne possiamo più: gli stipendi sono in ritardo di 4 mesi (che diventeranno a breve 5), ci sono miei colleghi con moglie e figli che non riescono più a pagare il mutuo o l’affitto. Certi faticano anche a comprare da mangiare e in tutto questo i capi che fanno? Se ne sbattono altamente, ci dicono di continuare a lavorare e che i soldi arriveranno. Noi siamo stufi di essere presi in giro, non si presentano nemmeno alle convocazioni con gli assessori alla provincia! Adesso stiamo facendo sciopero da tre giorni e andremo oltre. Siamo fuori dalla fabbrica al freddo e l’unico conforto ci arriva dal paese, dal comune, dalla protezione civile a da alcuni paesani che ci portano del cibo e del the caldo davanti ai cancelli della fabbrica.
Io chiedo anche il vostro aiuto per dare maggiore visiblità alla nostra protesta, ve lo chiedo di cuore. Vogliamo la verità, vogliamo sapere che intenzioni ha la direzione, cosa vogliono fare, vogliamo delle risposte.
Risposte che non arrivano, mai.
(27 gennaio 2012)