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“A che serve l’assessore alla cultura in queste condizioni?” Attacco di Bonali (Pd) e bilancio delle occasione mancate. Eutanasia d’un assessore da parte della giunta Perri

Creato il 08 luglio 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Il consigliere comunale del Pd Daniele Bonali fa una semplice sintesi sulle responsabilità tolte all’assessore alla cultura Irene Nicoletta De Bona e conclude che in queste condizioni l’assessorato è inutile.

“A che serve l’assessore alla cultura in queste condizioni?” Attacco di Bonali (Pd) e bilancio delle occasione mancate. Eutanasia d’un assessore da parte della giunta Perri

Daniele Bonali non perdona: ormai è inutile la De Bona

Più che un attacco personale alla signora De Bona, che non manca di schiette e spontanee prese di posizione e nemmeno viene considerata con antipatia o astio, si tratta di una constatazione: è nella maggioranza, è nella giunta che qualcosa non va e finisce regolarmente a penalizzare l’assessore, tutte le volte che si tratta di cultura.

Va pur mantenuto un rapporto possibilmente umano e gentile, pur sollevando legittime rimostranze. Questo è un elenco pesante, purtroppo.

Sono stati tolti alla signora De Bona questi temi di massimo interesse, come elenca Daniele Bonali: il volume sulla storia di Cremona, di cui ora risponde il sindaco; il museo del violino, di cui risponde il sindaco ma non risponde perché Giovanni Arvedi non gli dice nulla (e questo è incredibile: perché, aggiungo io, Arvedi non si fida del sindaco?); l’istituto pareggiato non è più materia della De Bona; la PubliAeventi sottrae a propria volta responsabilità all’assessore De Bona, e con un metodo che a Bonali proprio non è gradito: affidamento diretto senza bando di concorso, come se non ci fossero alternative!

Dunque di politiche culturali si stenta a parlare: “Cremona è sempre stata sulla scena, da città importante e strategica nella zona meridionale della Lombardia. Storicamente ha avuto un ruolo. E oggi?”

Oggi neanche un progetto per l’Expo 2015, contesta Bonali: “Tutte le città lombarde hanno presentato progetti, Cremona no, nemmeno una bozza. Persino Verona, Brescia, Bergamo elaborano progetti per il grande appuntamento e la nostra città no. Persino Lovere, cittadina di 10mila abitanti sul Lago d’Iseo si propone tramite l’accademia Tadini!”.

Assenza di progettazione, di visione d’insieme. Questa è la critica di fondo e anche la più bruciante. Cremona nei libri di storia esiste. La città ha 23 secoli, ma nell’Ottocento e fino ai tempi di Farinacci aveva un rilievo culturale anche internazionale, malgrado si trattasse di un regime fra i più sanguinari e orribili della storia mondiale.

“Rischiamo di perdere il museo archeologico, dove si potevano inserire reperti di storia romana ritrovati in città. Invece li hanno messi in piazza Marconi, dove ora le auto che si mettevano nel parcheggio che c’era qualche anno fa finiscono nell’autosilo sotterraneo, ma costano il doppio. E non ci sono più posti”.

Il museo archeologico, dopo gli scavi in piazza Marconi poteva crescere d’importanza e invece rischia la chiusura. Il museo della civiltà contadina è stato dimenticato, eppure ha un grande valore per ricordare le tradizioni del territorio.

Tutte occasioni perdute, commenta Daniele Bonali. Manca il sistema museale diffuso. Che cos’è mai? “Ce l’hanno tutte le città lombarde: si crea un percorso con una segnaletica ad hoc che disegna un tragitto per i musei, con gli orari d’apertura, e si concordano con i proprietari le visite a orari prefissati nei palazzi storici privati” aggiunge Bonali. Infatti anche i palazzi privati sono patrimonio culturale di interesse pubblico rilevante e potrebbero essere inseriti, con un accordo, in percorsi di visita.

Ma di tutto questo non si può parlare. La vita culturale di Cremona langue e non si salva con aperitivi e numeri. E’ la qualità che si perde. Manca l’effervescenza, il pullulare di iniziative private. Bonali non propone che il Comune imponga dall’alto la sua cultura, o Kultura con la kappa, bensì che metta in condizioni anche i privati di organizzare eventi di rilievo. La delega di Giacomo Zaffanella, ancora una volta, toglie potere alla signora De Bona.

Un bilancio molto negativo: a Cremona non restano quindi che iniziative ottocentesche, come il gemellaggio con Busseto nel nome di Giuseppe Verdi. Mah!

Si poi si ricorda quell’ordine del giorno di Quinzani, approvato dalla maggioranza, che consentiva la riduzione degli assessorati da dieci a otto, si potrebbero risparmiare soldi tagliando un assessorato e anche altrove. Eventualmente per dare più soldi al prestigioso Teatro Ponchielli, che non merita la fine che questo centrodestra gli sta preparando.

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