A chi vuol far RI-RI-RI-rinascere il PD

Dopo il super inciucio Berlusconi – Napolitano, devo dire che seguo le vicende catastrofiche interne al PD di buon cinico gusto come forma d’intrattenimento alternativo a Ruzzle e a tante altre cazzate simili. Ma tuttavia, con il solito distacco partecipato, qualcosa devo pur dire, non sui dirigenti del Partito, ma sui militanti, sulla cosidetta base. Anche perchè non vorrei ritrovarmi a dire del PD ciò che si dice dei palazzi che vengono giù, appunto spesso, per la poca solidità delle basi. In questi giorni ho visto, letto e sentito un bel po’ di Bersaniani, Prodiani, Occhettiani, D’Alemiani, Vetroniani trasformarsi in Civatiani, Puppatiani, Barchiani, SerracchiaNANI, con tutti i vari distinguo a seconda del posizionamento politico dei vari “liderini”; uno più così, uno più colì, in quel range di frequenze politiche che oscilla tra Che Guevara e Andreotti. Senza poi contare i Renziani, prossimi a diventar maggioranza. Eh be’, tutto ciò mi fa molto ridere istericamente. Creduloni di sinistra, forse. E, forse, (spero di sbagliarmi) la differenza con chi vota PDL è solo un tipo d’alfabetizzazione differente, ci tengo a precisare “un tipo” di alfabetizzazione, non “un livello”. Insomma genericamente: loro, quelli del PD, credono di essere più colti, i Berlusconiani credono di essere più belli e furbi. Ma al netto di tutto, siam lì come “livello”, e non come “tipo”, di creduloneria. A mio avviso nel PD (e forse nella sua base) ci sono almeno due virus originali imbattibili: l’idea che tenere insieme cattolici e laici significa stare anche un po’ con Berlusconi e l’idea che la sinistra è minoranza, sempre.  Quindi se la base, che dice di non condividere queste due presunte posizioni, non decide di scegliere un edificio migliore, a questo giro di boa, tanto vale mischiarsi come dice Letta, volersi bene e… che votino tutti Berlusconi. Osserverò dalla luna questo ecumenismo della stoltezza.