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A Cipro si studiano le armi di desolazione di massa per i popoli

Creato il 22 marzo 2013 da Albertocapece

proteste-cipro-contro-225546_tnLa notizia non è di quelle sparate a tutta pagina, anche se riporta una vicenda che è al centro delle vicende finanziarie: “La Bce prepara misure non convenzionali contro la fuga di capitali da Cipro”. Il titolo di Finanzen.net il più noto giornale economico tedesco on line, non suscita allarme, sembra sdraiato sull’ovvia previsione che i ciprioti cercheranno di portar via il più possibile dalle loro banche non appena apriranno. Troppa la paura di rapine sui conti correnti perché lo chiede l’Europa e denso il timore di fallimenti bancari.

Ma la lettura del breve testo ci spalanca altri orizzonti, del tutto inediti, che fanno parte del capitolo euro, la non moneta unica che è diventata un arma letale. Cosa vuol dire “misure non convenzionali”?    La prima è che  non sarà più possibile ritirare dai bancomat se non una limitatissima cifra. Fino a ieri il massimo era di 400 euro, il governo cipriota pensa di abbassarla a 240 euro, ma la Bce prefigura cifre molto più basse. E fin qui pazienza. Ma proseguendo nella lettura si apprende che la banca centrale europa, in accordo ovviamente con l’eurogruppo e fidando nella complicità del “suo” governo cipriota sta mettendo a punto un piano per congelare completamente i conti di risparmio dell’isola e di permettere trasferimenti di qualsiasi entità solo dopo l’autorizzazione della banca centrale nazionale. La misura dovrebbe essere adottata per un periodo molto lungo e del tutto indeterminato di fatto configurandosi come una regolamentazione totale della circolazione dei capitali.

Secondo quanto è dato di sapere sia da Finanzen.net che dalle  Newswires del Dow Jones, la Bce avrebbe intenzione di effettuare la regolamentazione secondo “criteri socialmente accettabili”, ovvero permettendo che ogni cittadino possa avere il denaro necessario per la vita quotidiana e ricevere il pagamento delle pensioni o di altri benefici sociali, ma niente di più. Ora è chiaro che c’è la grande paura di non riuscire a fermare la corsa  al ritiro del denaro che del resto lo stesso eurogruppo ha scatenato con le sue improvvide e demenziali decisioni, ma è altrettanto evidente che misure di questi tipo, tra l’altro prolungate indefinitamente nel tempo e dunque mortali per l’economia reale di un Paese, vanno molto al di là dello scopo, sono la manifestazione di una sorta di dittatura finanziaria, attraverso la quale le banche possono impadronirsi di tutto il potere reale. Saranno esse a decidere se posso comprami l’auto o fare affari con qualcuno o pagare qualcun altro o invitare gli amici a cena.

Non volendo, la crisi cipriota con la sua inaspettata escalation, sta mettendo a nudo istinti e direzioni politiche dei poteri finanziari che cominciano ad essere sperimentati con la essenziale complicità dell’euro e della sua ambigua natura di moneta senza sovranità monetaria. Che alla fine, come si è visto anche in Italia, finisce per diventare anche assenza di sovranità politica. Si comincia con Cipro, ma se tutto questo dovesse passare, cosa osta che venga applicato a qualsiasi Paese alla minima inadempienza?  Di fatto la decisione di ricorrere a misure di questo tipo nelle sue apparenze è “tecnica”   e potrebbe dunque essere presa dalla sola Bce. Chissà se questo ha qualcosa a che fare con il tentativo di ridurre al massimo la circolazione del contante: dopotutto il denaro sotto il materasso potrebbe diventare  potenzialmente eversivo per la dittatura bancaria e il salvadanaio una molotov.


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