Che cosa non sono capaci di inventarsi due ragazzine che tornano a casa in ritardo con i vestiti bagnati ! Quella volta Frances ed Elsie superarono se stesse…. “Si erano sporte troppo ed erano scivolate nel ruscello mentre guardavano le fate..”. Visto che i genitori le guardavano allibite, per essere credute si dovettero “sporgere” ancora di più… Ed Elsie chiese in prestito la macchina fotografica del padre… Quando tornarono dal fiume la seconda volta avevano scattato una foto sensazionale, in cui appariva Frances circondata da 4 fate danzanti… Qualche mese dopo Elsie fu fotografata in un prato mentre stava conversando con un folletto alato. Dopo un certo intervallo le foto diventarono 5. Le creature del bosco, non c’è che dire erano deliziose, e le due ragazzine ingenue avevano tutto l’aspetto della verità, anche se le fatine somigliavano un po’ a quelle dei libri illustrati per bambini… Scoppiò in tutta l’Inghilterra il caso di “Cottingley Glen” con le opposte fazioni scese in campo., una che ci rideva su e l’altra che sognava…
Il fatto era che il grande scrittore era un pò geloso di Holmes… Aveva troppo successo, troppo prestigio, troppa fama… E dire che per dargli quel forte istinto da detective si era ispirato al famoso chirurgo Josep Bell, l’uomo che più aveva ammirato e con cui lui aveva fatto il suo tirocinio di medico… Già perché Sir Arthur la laurea in medicina l’aveva presa con tutti gli onori… e ciò gli aveva consentito di diventare l’assistente del brillante e freddo dottor Bell, famoso per il suo metodo scientifico e le sue abilità deduttive… ”Certo, voi siete un militare, e più precisamente un sottufficiale”, aveva detto un giorno ad un paziente appena introdotto nello studio “ed avete prestato servizio alle Bermude. Ora, Signori, come faccio a saperlo? È entrato nella stanza senza togliersi il cappello, come se entrasse in fureria, da cui ne ho dedotto che era un militare. L’aria leggermente autoritaria, abbinata all’età, mi ha fatto supporre che fosse un sottufficiale. Per finire, l’eruzione cutanea sulla fronte mi ha indicato che era stato alle Bermude, in quanto quel tipo di infezione della pelle colpisce solo in quel luogo”. Da qui nasce il giochino di Holmes di squadrare la gente per indovinarne la professione…
Con tutta quella pratica Arthur pensava che le porte della medicina si sarebbero spalancate tutte al suo passaggio e invece passa da una delusione all’altra… Fu in uno studio vuoto, dove di pazienti nemmeno l’ombra, che riprese l’abitudine di scrivere… Pochi se ne erano accorti ma lui ci aveva già provato… Racconti e articoli medici, in uno dei quali raccontava le sensazioni di un nuovo sedativo che aveva sperimentato di persona. E qualcuno dei pochi lettori si era chiesto come aveva fatto uno, così sedato, a prendere appunti così precisi sugli effetti del medicinale mentre stava, se non dormendo, dormicchiando.
Ma dato che Sir Arthur era un eccentrico dagli strani interessi, nel 1880 aveva pubblicato “Il racconto dell’americano”, dove una mostruosa pianta, originaria del Madagascar, si ciba di carne umana. Lui non lo sapeva ancora, ma con un po’ di orrore, di mistero e di soprannaturale aveva aperto un filone … Lo riprenderà parecchie volte anche con il personaggio serial, il Dr George Challenger, lanciato nel 1912 con il “Mondo Perduto…” Un’ avventura su un altopiano del Venezuela, popolato da Dinosauri & Company, tutti preistorici D.O.C.. . Al Cinema i Mondi Perduti diventeranno 8 accompagnati da un Jurassic Park che mediaticamente li supererà tutti…
Ma il quel 1887 mentre aspettava di diventare un medico, se non di fama, almeno di moda, mentre le speranze si facevano sempre più piccole, con un guizzo della sua inesauribile fantasia, trasformò quello studio vuoto in “Uno Studio in Rosso… ” Era appena l’inizio del successo universale che arrivò tre anni dopo con…”Il segno dei quattro”… Sherlock Holmes era in pole position…… “Il suo sguardo era acuto e penetrante e il naso sottile aquilino conferiva alla sua espressione un’aria vigile e decisa. Il mento era prominente e squadrato, tipico dell’uomo d’azione. Le mani, invariabilmente macchiate d’inchiostro e di scoloriture provocate dagli acidi, possedevano un tocco straordinariamente delicato, come ebbi spesso occasione di notare quando lo osservavo maneggiare i fragili strumenti della sua filosofia.” Quanto alle sue cultura secondo Watson, l’assistente, spesso trattato con sufficienza dal grande maestro, Holmes, conosceva bene la letteratura criminale, la chimica e la logica, era un ottimo violinista e un bravo schermitore, ma del resto non ne voleva nemmeno sentirne parlare… gli poteva confondere le idee, rischiando di allontanarlo dal suo rigore tutto deduzione… Era senz’altro distaccato dagli uomini e dalle cose… Non parliamo poi dell’amore e delle donne… Un misogino che cerca solo di tenerle lontane ”l’amore è un emozione… che contrasta con la fredda logica… Solo Irene Adler, che riesce ad ingannarlo e, quindi, é più brava di lui, susciterà la sua ammirazione e forse qualcosa di più… Holmes ha anche qualche abitudine un po’ discutibile “… Si rimboccò la manica sinistra della camicia… Infine si conficcò nella carne la punta acuminata, premette sul minuscolo stantuffo e poi, con un profondo sospiro di soddisfazione ricadde a sedere nella poltrona di velluto” Era l’epoca in cui la scienza riteneva che la droga ampliasse la mente, ma poi come il vento dell’opinione pubblica girò in senso inverso,Sir Arthur, progressivamente smise di parlare dei vizi privati del suo eroe…
Poi un pò per volta affiora il problema… Sir Arthur non ne poteva proprio più di Sherlock Holmes così affascinante, intelligente, dall’alta elegante figura… Lui che era grassoccio e sempre un po’ trasandato… Cercò più volte di liberarsene senza riuscirci… A furor di popolo dopo averlo fatto precipitare nella turbolenta cascata assieme al suo nemico Moriarty fu costretto a farlo resuscitare… Si dovette persino giustificare, dicendo che Holmes era andato a lavorare per i servizi segreti… Roba da top secret di cui non aveva potuto parlare ai suoi lettori…
In realtà i soldi che Holmes guadagnava servivano a Sir Arthur per appagare la sua più grande passione… Lo Spiritismo. L’interessese subito eccessivo, per le sedute spiritiche era iniziato nel 1897. Mentre stava scrivendo “Uno studio in rosso”, ogni tanto liberava il tavolo dalle scartoffie per far posto al medium… Voci strane, soavi o cavernose, lingue straniere e sconusciute, il tavolo che si alzava per aria… Arthur Conan Doyle, il medico allievo del grande scienziato Bell, figlio del positivismo ottocentesco e padre del personaggio più razionale di tutti, a cavallo dei due secoli, era ormai sicuro che l’anima viveva senza il corpo… Tale era la sua passione che non si rese conto che molti cominciavano a prenderlo in giro e a dubitare della sua sanità mentale… Soprattutto quando il fatto venne enfatizzato dalla storia di Cottingley Glen e dal suo libro sullo spiritismo… Ma non ci fu niente da fare … La vita oltre la morte divenne il suo credo definitivo sino alla fine… Si fa per dire fine, perché cominciarono le testimonianze postume… La sua voce parlò ancora e a lungo attraverso i più famosi medium dell’epoca come ad esempio, Eileen J. Garrett, colei che l’aveva coinvolto nel caso Cottingley Glen… La Garrett arrivò persino a organizzare una seduta medianica a Londra, dove fu usato un complicato sistema di controlli a raggi infrarossi che, si dice, accertò una materializzazione invisibile all’occhio umano… Ciò considerato, e’ troppo da appassionati lettori di Sherlock Holmes, chiedere a Sir Arthur, di inviarci un raccontino, anche breve, dall’al di là?
In omaggio alle origini di Conan Doyle, proponiamo un piatto scozzese con apporti indiani, diffuso in tutta l’Inghilterra vittoriana, che, se anche non è espressamente citato nel “Canone ” di Sherlock Holmes, la sigrora Hudson, la governante di origini scozzesi, sicuramente avrà portato spesso in tavola per la colazione, nel salotto di Baker Street.
KEDGEREE
INGREDIENTI per 4 – 6 persone: 250 grammi di riso bhasmati, 450 grammi di haddock affumicato (che può essere ben sostituito dal merluzzo fresco), acqua e sale per la cottura, 3 uova sode, una manciata di prezzemolo tritato, 20 grammi di burro, 1 cucchiaino di curry di Madras.
PREPARAZIONE: bollite il riso in una quantità di acqua doppia del suo volume, appena salata, per 15 minuti e senza mescolarlo. Poi scolatelo e tenetelo da parte. In un tegame largo fate sobbllire una miscela formata da metà acqua e metà latte,sufficiente a coprire interamente il pesce che metterete nel tegame appena la miscela inizia a bollire. Fate cuocere per 8 minuti circa. Fate rassodare 3 uova mettendole nell’acqua bollente per 6 minuti circa tagliate poi a pezzi o rondelle e mescolatele al prezzemolo. Tagliate a pezzi il pesce bollito dopo averlo estratto dal tegame e mescolatelo con il burro fuso,,il curry e metà delle uova sode e rimettete il tutto per qualche istante nel tegame. Trasferitelo poi in una pirofila cosparso delle rimanenti uova sode e mettetelo in forno alla temperatura di 150°C per qualche minuto. Servitelo caldo.