A Cona, mentre si compie Brave Dreams, si faccia da subito polo pubblico diagnostico

Creato il 23 marzo 2012 da Yellowflate @yellowflate

L’associazione CCSVI nella SM, in fiduciosa attesa che parta entro maggio – come annunciato due settimane fa dalla Regione Emilia Romagna, dall’Ospedale S. Anna e dal prof Paolo Zamboni – la sperimentazione clinica Brave Dreams, apprende con grande preoccupazione dalla stampa che, contestualmente, non viene garantita la volontà di aprire nel nuovo Ospedale di Cona, dove BD si svolgerà, la creazione di un polo diagnostico di eccellenza per la CCSVI da tempo e con grande speranza atteso dalla comunità dei malati.

E’ evidente a tutti l’importanza estrema che si svolga in Italia lo studio clinico che dimostrerà la sicurezza e l’efficacia del trattamento di angioplastica dilatativa nei malati di sclerosi multipla: tale sperimentazione terapeutica, assieme alle altre analoghe in corso nel mondo, darà finalmente risposte certe alla scienza e ai malati.

Ma è altrettanto evidente che dalle Istituzioni responsabili di questo tema i malati di Sclerosi Multipla e di CCSVI si aspettano contestualmente, mentre la scienza fa il suo corso, un’altra cosa di cui hanno assoluto bisogno: un polo pubblico, sicuro e affidabile, dove da subito sia fatta la diagnosi di Insufficienza Venosa Cronica Cerebrospinale. Dove, grazie a eccellenze metodologiche altrove introvabili i malati siano tutelati e non automaticamente indotti al trattamento di PTA, come avviene attualmente in alcune realtà private. Un nucleo di eccellenza nel quale il prof. Zamboni e la sua equipe, mentre eseguono la sperimentazione clinica, possano parallelamente rispondere alle richieste dei malati che vogliono sapere subito almeno se hanno o meno la CCSVI, eseguendo le diagnosi con il loro esclusivo ‘pacchetto diagnostico’ unico al mondo.

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In questo polo di eccellenza i malati si aspettano che, in un futuro non certo lontano, al termine di sperimentazioni terapeutiche, si possa eseguire liberamente e ‘normalmente’ anche la PTA: l’obiettivo non può che essere una struttura, insomma, che prenda in carico completamente le persone colpite da queste due patologie.

E’ chiaro a tutti che il nuovo ospedale di Cona, dove il S. Anna si sta trasferendo, ha tutte le caratteristiche per rispondere a questo bisogno assoluto dei malati, non solo quelli dell’Emila e Romagna, ma di tutta Italia. L’aspettativa è enorme.

Chiunque abbia fiducia e creda nella sanità pubblica non può sottrarsi, di fronte a questa forse irripetibile occasione. Se ciò non avvenisse, si rischierebbe di far nascere il sospetto che non ci sia la volontà di creare un punto pubblico di riferimento per la CCSVI, nemmeno per l’Ecodoppler.

Siamo fiduciosi che questo non avverrà, e che sia il Direttore dell’Agenzia sanitaria e sociale regionale dell’Emilia e Romagna Roberto Grilli, sia il Direttore Generale dell’Ospedale S. Anna Gabriele Rinaldi, sia l’Assessore per le Politiche per la Salute
della Regione Emilia-Romagna Carlo Lucenti – che ringraziamo anticipatamente – risponderanno pubblicamente prestissimo e in modo rassicurante a queste richieste dei malati.

Roma/Bologna 23 Marzo 2012-03-23

Ufficio Stampa
Associazione CCSVI-SM Onlus

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