Magazine Ecologia e Ambiente

"a cosa serve la politica?", leggendo lo straordinario piero angela

Creato il 23 novembre 2011 da Alessandro @AleTrasforini

Con i dovuti paragoni, moltissimi potrebbero dire a Piero Angela quello che l'ultimo Max Pezzali scrisse, in una sua famosa canzone, alla 'Regina del Celebrità': "[...] chissà se qualcuno ti ha detto mai/ cosa sei stato tu per noi.[...]" L'opera di straordinaria divulgazione promossa da quest'uomo ha avvolto e contribuito a costruire un interesse verso materie e tematiche che, normalmente, risultano complesse ed orribili se non adeguatamente indirizzate alla comprensione.  "Hai compreso veramente una cosa solo quando sei in grado di spiegarla a tua nonna."; citando una frase da molti attribuita al grande Einstein è possibile cercare di spiegare ciò che, magari nel suo piccolo, l'opera di Piero Angela ha provato ad essere per molti italiani.  Le culture scientifiche e tecnologiche sono state difese e perorate, affondando le radici in argomentazioni semplicissime attorno a tematiche enormemente complesse; le (mai troppe, nds) serate spese a guardare Quark prima o SuperQuark poi hanno contribuito a definire argini importanti dentro cui muovere le consapevolezze che dovrebbero, quantomeno teoricamente, muovere l'operato di ogni uomo.  Sfruttando un mezzo popolare come la televisione, questo grande uomo è riuscito negli anni ad acculturare e promuovere forme di collettiva istruzione, da mandare a tutte le differenti generazioni interessate, senza alcun vincolo di età od appartenenza. Le prime mezz'ore di ogni singolo programma passate a monitorare ed esplorare le esistenze degli animali, le seconde mezz'ore a provare esperimenti affidandosi al metodo sperimentale, giusto per capire quanto fosse facile ed immediato percepire la scienza nelle cose di tutti i giorni.  In un Paese che vede la cultura scientifica come prepotentemente subordinata a tutte le altre, l'operato di Piero Angela è stato infinite volte straordinario. Nel suo ultimo libro, l'autore e divulgatore prova ad andare oltre all'analisi della semplice barriera scientifica.  Dal titolo la missione è fin troppo chiara: ragionare sul ruolo occupato dalla politica di oggi, senza ingigantirlo o sminuirlo. Le parole più adatte a riassumere il contenuto racchiuso tra le pagine sono quelle collocate sulla copertina:  "Un saggio lucido, equilibrato e illuminante per capire qual'è il vero problema dell'Italia. E che cosa si può fare per risolverlo."  Il compito più grande da esaurire l'autore lo risolve con immediatezza nell'introduzione:  "Oggi c'è un forte risentimento contro la classe politica per i suoi troppi privilegi, per il malcostume diffuso, per i costi, l'arroganza, l'inefficienza, la corruzione ecc. Ma in realtà esiste una questione molto più profonda [...] che riguarda il ruolo stesso della politica nella società.  Infatti c'è troppa attesa che sia la politica a risolvere i problemi, ad affrontare le sfide del nostro tempo, e che quindi la soluzione sia il prevalere di quel Partito o di quella maggioranza.  Il fatto è che la politica, pur essendo soltanto uno degli elementi del sistema, è diventata la protagonista assoluta della scena, oscurando quasi tutto il resto. C'è una distorsione [...] che lascia in ombra [...] i veri motori del cambiamento e dello sviluppo. Certo, la politica potrebbe fare molto, ma nel nostro Paese è diventata un sistema a circuito chiuso, dove rimangono imbrigliati anche i suoi uomini migliori. [...] Il nostro Paese è pieno, in tutti i campi, di talenti e di energie represse o non valorizzate, che attendono di essere liberate e di trovare il contesto giusto per potersi esprimere.  Nell'interesse generale. E' qui che la politica può svolgere il suo vero ruolo. Ma quale politica?[...]" La domanda in chiusura è proprio quella a cui l'autore, alla sua maniera, cerca di rispondere nell'articolarsi del libro.  Uno dei mali di questi ultimi anni consiste, forse, nell'aver dato troppa importanza al reale potere della politica? Su questa e moltissime altre domande correlate l'autore prova a fare luce, dipanandosi su più argomenti facenti parte dell'ormai nota anomalia italiana. Le riflessioni spaziando su tematiche molteplici, nel seguito per sommi capi esposte: 
  • La macchina della ricchezza;
  • Naturale e artificiale;
  • Uomini e tecniche;
  • Scienza e cultura;
  • E come Educazione;
  • Ricerca e merito;
  • Io, noi e gli altri;
  • Il debito pubblico;
  • Premi e punizioni;
  • Le diversità italiane;
  • L'acceleratore della televisione;
  • Sostenere una piramide (rovesciata);
  • Difendere l'ecosistema artificiale.
Quali le misure più adatte? Quali le tecniche di prevenzione e salvaguardia dell'infinito capitale umano che questo Paese vede disperdersi, giorno dopo giorno?  Quale futuro per energia, ambiente e società? Quale sorte spetta alla cultura tecnica, sempre troppo sottovalutata? Quali emergenze hanno la priorità per dimensionare il futuro che attende questa Italia e questo mondo?  Il problema del debito pubblico è solo una minaccia da affrontare o nasconde un malessere, frutto di decenni di cattiva politica, da rivalutare? Il dibattito, di fronte a domande come queste, è infinito ma non rimandabile.  Come nel suo stile da decenni, Piero Angela offre spunti, fondati e costruttivi, per utilissime riflessioni.  Magari discutibili o meno, ma sempre motivate e razionali.

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :