A cosa servono le parole?

Creato il 03 aprile 2011 da Barbarabarbieri

Sapevo che avei fatto della mia vita una vita alla ricerca delle parole. Ero affascinata dalle parole. Ho iniziato a leggere a tre anni. Mia  madre dice che era uno spettacolo,  ma anche qualcosa di inquietante vedere gli altri bambini giocare insieme e me piccolissima  nascosta in un angolo della casa  china su un libro a leggere. Le parole stampate su un foglio bianco sono state sempre per me qualcosa di estremamente seducente come un canto di sirene lontano. Le parole dei racconti, quelle delle mille storie che mi raccontava la mia nonna materna. Le parole che si raccontavano le persone quando si incontravano e intrecciavano pettegolezzi,   domande,  risposte. Questo amore smisurato per le parole l’ho vissuto anche come una condanna. Ho sempre provato un grande rispetto per le menti scientifiche  lontane mille miglia dalla mia realtà. Mi inchino davanti alla sacralità dei numeri. Nel mio immaginario quelli che sanno mettere insieme i numeri sono persone solide concrete. Le case si costruiscono sui numeri delle formule degli architetti, i ponti si puntellano sui numeri degli ingegneri, le cose si comprano con il denaro che si conta e si moltiplica dentro le banche,  che io considero le cattedrali dove si pratica il culto dei numeri. Mi sento sempre piccola, io e le mie parole ci sentiamo sempre piccole davanti ai numeri. Allora per farmi forza  mi ripeto la frase con cui mi rispondeva la mia amatissima nonna contadina quando le chiedevo “ nonna a cosa servono le parole?” e lei sorridendo rispondeva “Ninin le parole sono come le perle che infilate  una dietro l’altra rendono luminoso e prezioso il filo della nostra vita”.

Barbara Barbieri,  3 Aprile 2011


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