A Cuneo ....tutti innammorati dell'Africa! Il buldozzer e lo stregone raccontati da Adalberto Invernizzi

Creato il 16 settembre 2011 da Marianna06

Non è una battuta!

 Tra i miei amici di Cuneo,a parte quelli che professionalmente sono legati all'LVIA,l'Ong di Volontariato e Cooperazione internazionale ,che si occupa da più di quarant'anni dell'Africa, sono in molti a desiderare di spendersi, anche per un breve lasso di tempo della loro vita, in Africa.

Ultimo in ordine di tempo è l'ingegnere Adalberto Invernizzi, che ha scelto, a suo tempo, per la sua esperienza africana  di lavoro e di vita il Sud-Sudan,il nuovissimo e ultimo "staterello" africano che,sappiamo bene, oltre a un certo caos politico manca attualmente  di tutto.

Negli anni '80 la situazione politica, economica e sociale del Sud -Sudan era ancora peggiore rispetto ad oggi,trattandosi di un territorio inglobato nel grande Sudan e con nessuna voce in capitolo..

Invernizzi era andato in Africa con una ditta,che aveva, allora, in appalto uno stabilimento di té.

A cose fatte, oltre ad un modesto prolungamento della permanenza, l'ingegnere comincia a pensare di scrivere  un libro in cui raccontare la propria esperienza.

Un mix tra diario dell'anima e reseconto avventuroso.

E il libro oggi c'è.

In apertura Invernizzi, per calarci subito in situazione, racconta dell'incontro con due monaci, che vivevano ,schivi e sereni, in un eremo, in pieno deserto.

Incontro, per altro casuale, dovuto all'inseguimento di una gazzella, durante una giornata di pausa dal lavoro.

L'accoglienza dei monaci, il pasto frugale offerto e la conversazione amichevole, favoriscono via via una specie di confessione ad alta voce del nostro.

La domanda, infatti, che viene posta subito all'ospite, è :"Perché l'Africa?".

-"Per soldi?"

-"Per fuggire da se stesso?"

Lasciamo a voi, amici, il piacere della scoperta di questa  analisi introspettiva e l'opportunità stimolante di conoscere la vita in Africa, negli anni '80, intorno ad un cantiere edile.

Vi imbatterete, attraverso le pagine del libro di Adalberto Invernizzi ("Il buldozzer e lo stregone della pioggia"/Easy Libro) in un'Africa arcana con sciamani morti per far piovere, ragazze uccise per amore, solitudini europee e americane vissute nei pochi hotel coloniali.

E non poche leggende.

Come quella, ad esempio del popolo Masai discendente- parebbe- da un'antica legione romana ,mandata dall'imperatore Nerone, all'epoca, in Africa, scomparsa e mai più ritrovata.

E troverete anche non poche note caustiche  e provocatorie contro il dispendio di notevoli somme di denaro spese dall'Occidente per costruire strade, ponti e quant'altro,ridotti poi in pessimo stato alla prima insurrezione o al primo golpe.

Un libro "diverso", insomma una "scrittura senza peli sulla lingua".

Perciò decisamente interessante.

   A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)

 


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