A date with the perfect bookfriend #6: Ronan Lynch.

Creato il 06 febbraio 2015 da Chiara

Buon San Val— no, non ancora!
Scusate, ma tutta questa atmosfera da appuntamento perfetto con il bookboyfriend perfetto mi sta dando un po’ alla testa. E dire che solitamente il 14 febbraio per me è una giornata come le altre… il più delle volte non usciamo neppure, il mio ragazzo ed io. Magari neanche ci vediamo, non lo so, sinceramente non saprei davvero dire e questo dovrebbe darvi un’idea della rilevanza che do a questa festa! Quest’anno, però, ci sono un sacco di validi argomenti (cit.) per tenere gli occhi ben aperti e le orecchie rizzate – e lasciatevelo dire, il giveaway non è che la ciliegina sulla torta di un’iniziativa che da sola è sufficiente a mandare in brodo di giuggiole chiunque.
A Date with the Perfect Book Boyfriend, nel caso ancora non l’abbiate capito, è un’iniziativa organizzata da Anncleire di Please Another Book, Alex & Pam di Il Cibo della Mente, Cee di Se Solo Sapessi Dire, Chiara di Chiara Legge Troppo, Erika di Wonderful Monster, Franci di Coffee and Books, Lorena di Petrichor, Maria Cristina di Chronicles of a bookaholic & Susi di Bookish Advisor.
Per nove giorni, uno al giorno, vi proporremo i nostri fidanzati di carta del cuore, raccontandovi perché e come sono riusciti a farci innamorare e immaginando per voi che appuntamento vi proporrebbero per festeggiare la festa dell’amore – e della cioccolata – perché, come ha scritto Annclaire “ogni manzo ha qualcosa di speciale”. E sarà compito vostri decretare il migliore, dal 9 al 13 febbraio. Il 14 febbraio, infine, annunceremo il Signor Manzo per eccellenza, quello con cui trascorrere un appuntamento indimenticabile.

CALENDARIO

1 febbraio – Anncleire su Please Another Book
2 febbraio – Maria Cristina su Chronicles of a bookaholic
3 febbraio – Lorena su Petrichor
4 febbraio – Erika su Wonderful Monster
5 febbraio – Cee su Se Solo Sapessi Dire
6 febbraio – Chiara su Chiara Legge Troppo
7 febbraio – Franci su Coffee and Books
8 febbraio – Alex e Pam su Il Cibo della Mente
9 febbraio – Susi su Bookish Advisor

9/13 febbraio – votazioni

14 febbraio – annuncio del bookboyfriend vincitore e estrazione giveaway

Ho deciso di correre un rischio, questa volta. Ci sarebbero state infinite scelte molto più intelligenti, molto più facili, molto più apprezzate di questa, ma la verità è che a me piacciono i personaggi controversi, difficili, impossibili: davvero non potevo optare per qualcosa di più convenzionale, non con questo pezzo di manzo sotto il naso da due libri. Come sa benissimo chi segue la pagina di questo blog, ho recentemente contratto una forma di ossessione senza via di uscita per una delle saghe di Maggie Stiefvater, The Raven Cycle. La febbre della caccia a Glendower mi ha contagiata e, in preda ad un delirio che prego ardentemente sfoci in piacevolissime allucinazioni visive sui ragazzi corvo, non riesco letteralmente a smettere di squittire ogni volta che vedo la copertina del secondo volume fare capolino da qualsiasi parte. Ma va da sé che scegliere Gansey o Adam sarebbe stata una scelta troppo scontata, mentre Noah è troppo tenerino per sopravvivere in questa gara senza quartiere. Aggiungete il mio rinomato amore per i cattivi cattivi cattivissimi et voilà! Praticamente la scelta si è fatta da sola.
Quindi bando alle ciance, lasciamo spazio a Ronan Lynch.

L’interno della Camaro odorava di asfalto e desiderio, benzina e sogni. Ronan sedeva dietro il volante, gli occhi sulla strada notturna. I lampioni fiancheggiavano l’asfalto, lanciando riflessi sul cofano color arancio atomico. Sull’altro lato della strada, si estendevano parcheggi deserti di concessionari, inquietanti e immersi nel silenzio. Lui era affamato quanto la notte.

Serve davvero dire qualcosa su questo rarissimo esemplare di Paperboy velenoso?
A differenza del suo amico Gansey, questo cattivo cattivissimo ragazzo non è esattamente quello che ogni genitore spera di ritrovarsi per casa. Al contrario, è precisamente quello che ogni ragazza sogna di avere tra le lenzuola. O contro un muro. O sul sedile posteriore della sua BMW che ricorda uno squalo. Insomma, ovunque. Perché diciamolo, Ronan Lynch è la quintessenza del ragazzo bello, dannato e sexy in maniera pericolosa: non c’è niente di tenero in lui, spigoloso nel carattere e nelle forme, non c’è dolcezza che sappia attecchire nel suo sorriso perfetto, non c’è gioia che sappia placare l’inquietudine che brucia nei suoi occhi blu. Gracile, con un aria che personalmente immagino un po’ da tossico, è tutto fuorché rassicurante – ma il fuoco che si porta dentro è così caldo, così invitante, così irresistibile che si cade facilmente nella sua trappola inconsapevole. Perché se c’è una cosa che a Ronan proprio non interessa, è il piacere alle altre persone.

L’espressione di Ronan era ancora incendiaria. Il suo codice d’onore non lasciava spazio all’infedeltà, alle relazioni casuali. Non era che non le accettasse: non le comprendeva.

È una bestia selvatica che si guarda bene dal lasciarsi addomesticare, ma piuttosto concede il privilegio della propria lealtà a chiunque sappia andare oltre i denti sempre scoperti e il ringhiare costante, minaccioso. Dovessi definirlo con una sola parola, direi che è caotico al di là di ogni possibilità di recupero.
Sempre in bilico al confine della legalità, impegna i suoi venerdì sera negli ambienti meno raccomandabili di Henrietta collezionando vittorie e adrenalina durante corse clandestine, non si tira mai indietro quando si tratta di fare a pugni con qualcuno e non si nasconde mai dietro scuse da quattro soldi.

Per un solo secondo Ronan si concesse di pensare a suo padre e alle Stalle e ai sogni che si espandevano davanti a lui, pieni di cose impossibili. Si concesse di pensare a quella parte di se stesso che era una bomba, lo stoppino che bruciava veloce e distruttivo, quasi tutto consumato.

Ronan non mente, in nessuna circostanza, e per quanto tutto in lui gridi all’irresponsabilità sa essere un buon amico, nella sua personalissima maniera e accezione, e un fratello quantomeno accettabile nei confronti del piccolo Matthew – Declan, al contrario, è un capitolo che è meglio non affrontare in sua presenza. Ferito più di quanto non gli piaccia ammettere, dal giorno in cui ha scoperto il corpo senza vita – orribilmente massacrato – del padre, ha chiuso nelle profondità più irraggiungibili del suo animo tutto quello che era stato fino a quel momento, abbandonandosi ad una furia cieca e tagliente, senza un vero obiettivo, determinata a bruciare ogni cosa.

La stanza di Ronan era sacra, eppure Gansey aprì la porta e ci entrò, per la seconda volta nella stessa settimana. La lampada era accesa e Ronan era curvo sul letto, in boxer. Sei mesi prima, Ronan si era fatto fare un elaborato tatuaggio nero che gli copriva la maggior parte della schiena e serpeggiava fino al collo, e ora le linee monocrome si stagliavano alla luce claustrofobica della lampada, più reali di qualsiasi altra cosa nella stanza. Era un tatuaggio particolare, feroce e bellissimo allo stesso tempo, e ogni volta che Gansey lo guardava, ci vedeva qualcosa di diverso. Questa volta, annidato in una valle d’inchiostro fatta di fiori pericolosi e magnifici, c’era un becco dove prima aveva visto una falce.

Non è un tipo raccomandabile, ma manca in lui quel senso di minaccia che si tradurrebbe nella necessità fisica di scappare a gambe levate qualora capitasse di incrociarlo per strada la notte. Non che non possa essere pericoloso, ma non in quel senso. L’idea che ho di Ronan è quella di un ragazzo che ha patito molto e troppo in fretta, capace di azzannare alla gola e per niente preoccupato dalla possibilità di sporcarsi le mani, ma a cui basta non pestare la coda per esser certi di avere un discreto margine di sicurezza all’interno di cui muoversi al suo fianco.

Una volta Gansey aveva detto ad Adam di avere la sensazione che la maggior parte delle persone non avesse idea di come trattare Ronan. Quello che intendeva dire era che temeva che qualcuno un giorno sarebbe caduto su Ronan e si sarebbe tagliato.

Perché l’ho scelto? Mettendo da parte la mia naturale, squisitamente femminile, propensione ai casi umani e vagamente patologici, la profondità di questo personaggio è assolutamente sbalorditiva. Tanto in Raven Boys quanto in Ladri di sogni, emerge in maniera incontestabile dalle pagine per farsi vivo con una chiarezza violenta. Non si può non notarlo, non si può non restare folgorati dal suo essere affilato e, al tempo stesso, sinuoso come un grande felino. La Stiefvater ha portato alla vita un personaggio che non si limita ad essere inchiostro su carta: Ronan anima le parole che lo tratteggiano, non sono le parole ad animare lui, da loro forma e concretezza come fossero uno dei suoi sogni, e materializza dal nulla una vitalità che, scarna di aggettivi, è molto più reale di quanto si possa immaginare. La sua bellezza è terrificante, letale, così come è bellissimo un puma nel mentre che si avventa sulla sua preda e, una volta abbattuta, solleva il muso sporco di sangue: distogliere lo sguardo è impossibile, così come è impossibile non esserne attrarti. Ronan Lynch, signore mie, che è molto più di quanto io sia riuscita a dire: gli concederete la possibilità di conquistarvi?

La Camaro raggiunse la Mitsubishi dopo la metà del tragitto, proprio come Ronan aveva previsto. Il motore ruggì quando tirò la seconda marcia, ed eccola lì. Infilata da qualche parte tra la seconda e la terza, tra quattromila e cinquemila giri al minuto, c’era la gioia pura. C’era un posto in cui Ronan sentiva solamente una felicità elementare, un posto che scoppiettava assieme alle migliaia di esplosioni sotto il cofano, un posto morto e vuoto nel suo cuore, dove Ronan non aveva bisogno d’altro.

Congratulazioni, amica! Stai per uscire con il Greywaren in persona.
Sai già cosa aspettarti? No? Poco importa, te lo dico io. Non è tipo da ristoranti, Ronan: finirebbe col rovesciare qualcosa addosso ad un qualche sventurato cameriere e raramente la politica di qualsiasi locale si mostrerebbe tollerante nei confronti della presenza di un cucciolo di corvo appollaiato sulla sua spalla. Tanto più che probabilmente si presenterebbe con dei vestiti assolutamente inadatti ad un ambiente poco poco più raffinato di una bettola di infimo ordine – io personalmente me lo vedo con una canottiera grigia che gli cade un po’ larga, jeans neri sdruciti e un paio di converse sfondate, gnam! – cosa che esclude qualsiasi locale da romanticheria sfacciata. No, scordati la tradizione, non prenderla in considerazione neppure per sbaglio. I ragazzacci piacciono perché sono imprevedibili e poco convenzionali, mica perché indossano giacca e cravatta e ti omaggiano con un baciamano prima di aprirti la portiera della macchina.
Quando Ronan Lynch busserà alla tua porta – ma potrebbe essere che si limiti a dare qualche colpo di clacson, non garantisco – ti si presenterà davanti un ragazzo bello in maniera impossibile, con un sorriso pericoloso quanto la sua guida, che si guarderà bene dal trattarti come una principessa. Non ti dirà dove siete diretti, ma lungo la strada, se l’occasione si presenterà, non si priverà del piacere di rifiutare una sfida su quattro ruote: guarda il suo viso, in quel momento. Guardalo mentre attende che il semaforo si faccia verde, il sole che piange luce calda sul suo volto magro, gli occhi che custodiscono una notte senza luna accese da costellazioni selvagge di stelle incandescenti. Guardalo perché sarà l’unico punto fisso in un mondo improvvisamente troppo veloce e sfocato, al di là del finestrino chiuso: ti farà schizzare il cuore in gola, ti farà venir voglia di gridare ed aggrapparti a lui ma non pensare sia tutta una tattica per scalare le basi in fretta e furia, lui corre perché ama la velocità e non ha bisogno di questi giochetti. Quando vorrà infilarsi nelle tue mutande, detta proprio senza peli sulla lingua, probabilmente te lo chiederà e basta. Non è detto sarai in grado di dirgli di no, a quel punto, perché una volta finita – e vinta, puntualmente – la corsa, ti porterà dove meno te lo aspetti, in un qualche angolino sperduto della Virginia affacciato su una vallata verde di boschi, baciata dal tramonto. Nella luce dorata del sole che muore dividerete una pizza appena appena tiepida direttamente dal cartone, parlando di tutto e niente. E ti si stringerà il cuore quando lo vedrai imboccare Motosega, piccola palla di piume nere, e il suo viso si addolcirà in un’espressione inaspettata che si trascinerà, indolente, nel blu dei suoi occhi per abbracciarti con un’occhiata pensosa e un sorriso indolente.
SBAM, morta. Poche cose ti consumano dentro come il primo vero sorriso di un ragazzo che ha più dolore che sangue nelle vene e Ronan, nel suo dolore, ci è troppo imbevuto perché il sentore di questa timida felicità non brilli come una fiammata improvvisa nel cuore della notte.
Come possiamo, noi, piccole falene innamorate della luce nel buio, resistere al suo richiamo?
Potrebbe provare a baciarti, quando il cielo sarà ormai trapunto di stelle e sarai stretta nell’abbraccio di una sua vecchia felpa per non patire il freddo notturno. Magari sarete stesi sul cofano della BMW, intenti a inventare mappe celesti, o forse sarete ancora seduti sulla coperta logora dove avete mangiato, vicini ai cartoni vuoti e ad una piccola Motosega addormentata. Ti guarderebbe dritta negli occhi – sono blu, così blu e senza fondo che è un po’ come affogare in un oceano straordinariamente tranquillo, senza neppure prendere in considerazione l’idea di lottare contro la gravità che vi trascina sempre più giù – e, mentre tratterrai il respiro – respirare è una cosa talmente superflua, quando una creatura tanto magnifica e pericolosa ti guarda in quel mondo, del resto -, ti direbbe: “sto per baciarti.” Così, senza mezzi termini.
E la scelta sarebbe solo tua, e di nessun altro. 

Era una stella belligerante, piena di infinite possibilità.

Quindi scegliete, prodi fanciulle. Scegliete voi se uscire con Ronan Lynch o meno.
Ma tenete bene a mente che, se non lo volete voi, questo ragazzo feroce me lo tengo stretta io: è troppo prezioso, troppo unico, per poterlo lasciare andare con leggerezza. E sì, lo so che persino la Stiefvater ha dichiarato apertamente la sua omosessualità, ma facciamo che in questo gioco, solo per questa volta, possiamo sognare ad occhi aperti che la carta assecondi la nostra fantasia, ok? Ok.
E siccome le cose belle non sono mai abbastanza – suvvia, Ronan è bellissimo, forse l’appuntamento da me inventato un po’ meno perché ho finito col fangirlare in maniera plateale in memoria dei bei vecchi tempi delle fanfictio, ma lui non si discute! – vi rubo ancora qualche secondo per invitarvi a partecipare al ricchissimo giveaway che abbiamo messo in palio. Cliccate e compilate il form per partecipare e vincere uno di questi meravigliosi premi!

IL MIO LIETO FINE di Eilan Moon – copia autografata
Serena è un agente letterario di Milano. Si sente realizzata e ama il proprio lavoro. Quando sulla sua strada si incroceranno i destini di Christian e Nicola, la vita di Serena cambierà. Lei, che non aveva mai cercato di piacere a nessuno e che era sempre stata se stessa, si ritroverà a indossare una maschera per piacere al proprio principe azzurro. Ma Serena ha davvero bisogno del principe azzurro o piuttosto dell’indomabile pirata? La vera storia di una ragazza che non credeva di poter essere una principessa.

P.S. NON DIMENTICARE PARIGI di Debora McKinley
Jack Cooper è uno scrittore americano abituato al successo, nella carriera così come nella vita privata: i suoi romanzi gli hanno regalato notorietà in tutto il mondo e uno stuolo di ammiratrici adoranti. Ma arrivato a cinquant’anni, alle soglie di un secondo divorzio e all’inizio dell’ennesimo libro, si ritrova in piena crisi, di mezz’età e di ispirazione. Per consolarsi, si dedica a una tranquilla passione troppo spesso trascurata: la cucina. Eve Petworth è una donna inglese dalla vita semplice e silenziosa. Sfortunata in amore e segnata da un rapporto molto teso con la figlia, vede come un incubo l’approssimarsi delle nozze di quest’ultima: sa che tra gli invitati ci sarà l’uomo che tanti anni prima le ha spezzato il cuore. Per consolarsi, si rifugia nelle due passioni che non l’hanno mai delusa: la cucina e la lettura. Un giorno, terminato un romanzo, Eve decide d’istinto di scrivere all’autore per complimentarsi con lui e ringraziarlo dei momenti piacevoli trascorsi in compagnia di quelle pagine. Lo fa con una lettera “vera”, di carta, scritta a mano come per scegliere meglio le parole. Con sua grande sorpresa, riceve una risposta. Firmata proprio da Jack Cooper. È l’inizio di una corrispondenza affiatata che, partendo da scambi di consigli culinari, si apre ben presto a confidenze profonde e sincere: il rapporto più autentico che sia capitato a entrambi da tanto tempo. Un legame che si rafforza lettera dopo lettera…

SEI.SOLO.MIA di AA.VV.
È un’antologia di 12 racconti erotici che rievocano le atmosfere del rapporto tra Mr. Grey e Anastasia, ma descritte in modo ancora più piccante e coinvolgente. Un concentrato di sensualità, passione, peccato e fantasia. Protagonisti 12 uomini fantastici da cui farsi dominare, 12 donne per immedesimarsi nelle situazioni più sconvolgenti, 12 storie erotiche con cui sognare, 12 peccati da NON confessare, 12 regole da NON accettare. Legata, ammanettata o bendata. Dominatrice o sottomessa. Tu quale sfumatura preferisci? 12 sfumature di trasgressione: è peccato non leggerle.

E, ciliegina sulla torta…

Mica male, eh?
Tanti premi è sinonimo di tanti vincitori, per cui non siate timidi e lasciatevi contagiare dall’atmosfera che, badate bene, non è poi romantica ma pregna dell’euforia di paperboy di altissima qualità. I manzi ci piacciono, ed è giusto sfruttare ogni occasione possibile per celebrare tutta la loro gloria – e come ha osservato qualche giorno fa Lorena, di Petrichor, poveri quei fidanzati che si trovano a dover reggere un confronto che non possono vincere! Ma porteranno pazienza, così come noi sopportiamo loro. Quando c’è di mezzo un paperboy, non c’è altro da fare. Spero che il mio vi sia piaciuto almeno un quarto di quanto piace a me, prego qualcuno lo voti – ho i miei dubbi, vista la concorrenza spietata che sta già affrontando – ma soprattutto spero di avervi invogliati a leggere questa saga assolutamente superlativa. Perché davvero, ne vale davvero la pena.



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