A Djalma Santos

Creato il 24 luglio 2013 da Pablitosway1983 @TuttoCalcioEste
Il Capricorno al suo tropico lo partorì gittando in cuor suo il tuono e il fulmine come il padre degli dei, nascosto in una cesta di frutti, allevato dalla Terra a saper vivere come quercia allenato dalla Terra a saper correre come toro. Di bronzo, combattente sotto al sole. Verdeoro. Abbracciato da Cristo la tigre nella dolce San Paolo. “Non mi faccio condurre, conduco” a gambe levate sulla fascia, divorando come suo padre Crono pietre che diventano palloni per poi finire in quel paradiso a rete le cui porte aperte dalla chiave Edson libravano nel cielo di Amerigo applausi e occhi giubilanti. Djalma baciò la Svezia, Djalma baciò il Cile. E si costruì la muraglia del tempo, sulla fascia, come quando corrono i bambini, con Elio in faccia, e il sorriso di chi sussurra con la mente al cielo “Io sono stato”.