oh, a bit of creepy beauty. While the most meringued doll-related events were taking place during the last 2 Sundays and l couldn’t be there, I happened to collect non-meringued dollcultural material for future meditation. This is one – one of 3 covers deviced to launch Garage, influencer Dasha Zhukova’s art magazine. And I’m not meaning the much talked about peel-off butterfly version; my favourite cover, the one I chose, is instead this kinda OOAK roombox and in it, a doll in the likeness of the British model Lily Donaldson (other than a Monster High creature, sorry). The scene could well recall a Victorian doll house, but seen through the lenses of a more comtemporary gloomy aesthetics. This is actually a Nick Knight + Dinos Chapman image set and creation.
I’m still very interested in those dollcultural installations and OOAK artifacts increasingly invading the territory of art collecting, whereas the meringue genre will take dust on toyshop shelves or at an ordinary doll colletors convention.
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oh, un po’ di brividi di bellezza. Mentre gli eventi bambolari più meringati si tenevano nelle due ultime domeniche senza che io ci fossi, mi è capitato di raccogliere materiale dollculturale non meringato a scopo di futura meditazione. E questo è uno – una delle 3 copertine inventate per il lancio di Garage, magazine d’arte voluto da Dasha Zhukova, una influente. E non sto a parlare della versione chiacchierata con la farfallina peel-off. La mia cover preferita, qlla che ho scelto, è qsta specie di roombox OOAK e ha al suo interno una bambola con le sembianze della modella britannica Lily Donaldson (altre che creaturine Monster High, mi spiace per voi). La scena potrebbe ricordare una casa di bambole vittoriana, ma vista attraverso le lenti del gusto contemporaneo per il tenebroso. È in realtà un lavoro congiunto di Nick Knight + Dinos Chapman per quando riguarda set, immagine, creazione.
Continuo ad essere curiosa e interessata alle installazioni e ai manufatti OOAK che sempre più invadono il territorio del collezionismo d’arte, mentre le meringastre prendono la polvere sugli scaffali di qualche negozio di giocattoli o alle normali convention di Doll collectors.