Continua da: A due piazze (Parte II)
Il letto dove mi ero esibito in piroette notturne inutili per poterlo occupare tutto, giocando a tetris con me stesso, quel letto che mi ero in un certo senso conquistato, ora mi sembrava troppo grande. Tolsi lo zaino e il computer. Cominciai a sentire freddo, pensai perché non avevo più la batteria a scaldare il materasso. Decisi di prestarti anche un paio di ciabatte, e mi sorridesti. Non chiedesti nulla, ma la tua forma si era fatta strada negli spazi immensi del mio vuoto ormai insignificante e pesante. La storia volle che una notte mi alzassi per bere e vedessi il tuo volto accarezzato dalla luna. Ti illuminava il viso, e io pensavo al fatto che avevo smesso di accendere la luce da tempo. Passai a fianco della tua brandina e fu sufficiente a farti aprire gli occhi. Volevo scusarmi, ma cambiai idea. O meglio, ti presi la mano, senza dire nulla. Nel mio letto a due piazze c’era una stella, ma non era marina e non ero io. Non chiedesti nulla, ma eri qui. Dove dovevi essere.
Playlist aggiornata, spero vi piaccia come sottofondo della conclusione ;)