In realtà quel tufo che si estraeva sin dai tempi della dominazione romana, è una pregiatissima pietra, la calcanerite, utilizzata nell’edilizia e ha rappresentato una ricca fonte economica forse ancora più di quella con il tonno e la mattanza. “Un’epoca si è irrimediabilmente conclusa a Favignana, ha scritto Gin Racheli nel suo Egadi, mare e vita, l’enormità degli scavi, le ragnatele finissime del disegno di intaglio dei “cantuna” (i blocchetti di oggi), il silenzio che domina sulle imponenti strutture impresse nella roccia restano a testimoniare di questa stagione di giganti che, liberi e non schiavi, compirono un’opera pari per fatica alle piramidi d’Egitto. Tutto ciò che manca dalla roccia di Favignana è servito a costruire intere città.” Oggi sono attive soltanto un paio di cave e le centinaia di “pirrere” abbandonate si sono trasformate in monumenti irripetibili, coreografia naturale dell’isola.
Abbiamo avuto l’opportunità di conoscerlo lo scorso mese di giugno in occasione della Settimana delle Egadi di cui ce ne siamo occupati più volte, e siamo rimasti incantati dalla raffinatezza dei piatti presentati dallo chef Benito Ingraudo e dal suo staff, Roselida Porrello e Toni Guagliano. Eccovi la descrizione dei piatti.
Preparazione
Ripulire il finocchio selvatico eliminando gli steli più duri, lavarlo e farlo bollire per qualche minuto in acqua salata; scolarlo e tritarlo. Conservare l’acqua di cottura. Far rinvenire l’uva sultanina in acqua tiepida. Lavare le acciughe salate.
Pulire le sarde, eliminando teste, code, squame e la lisca centrale. Triturare le cipolle e soffriggerle in un tegame con l'olio; aggiungere nello stesso soffritto il concentrato di pomodoro. Aggiungere le sarde e portare avanti la cottura per circa 5 minuti. Unire il finocchio selvatico e lo zafferano, sciolto in un mestolino d'acqua; far cuocere il tutto per una decina di minuti. Prima di interrompere la cottura, aggiungere l'uva sultanina, ben scolata, ed i pinoli. Nel frattempo cuocere i bucatini al dente, nell'acqua di cottura del finocchio selvatico. In un pentolino rosolare il pane con due cucchiai di olio e un pizzico di sale e lo zucchero. Scolare la pasta, aggiungerla al tegame con il sugo e lasciare sul fuoco qualche minuto. Aggiungere il pangrattato tostato quindi mettere la pasta negli appositi stampini e gratinare al forno per circa 5 minuti.
Composizione del piatto
Specchiare il piatto con la salsa delle sarde. Creare un letto di finocchietto su cui adagiare delicatamente lo sformatino e la cipolla gratinata. Impreziosire il piatto con una sarda precedentemente cotta al forno e un crostino di pane.
4 filetti di spatola, 200 gr di porri, 150 gr di carote, 150 di zucchine olio evo, sale, pepe, timo, maggiorana, erba cipollina, finocchietto selvatico, fumo di pesce.
Preparazione
Sciacquate velocemente i filetti di pesce, massaggiandoli a mani nude per verificare la presenza di eventuali spine. Poggiateli su un tagliere con la pelle rivolta verso il basso e asciugateli con della carta da cucina. Aromatizzate con le erbette e marinate con olio sale e pepe. Tagliate, con l’ausilio di uno spelucchino, le carote e le zucchine in strisce sottili e saltatele in padella con il porro e del sale. Prendete i filetti di spatola ed arrotolate con le verdure il pesce sistemandolo poi in appositi stampini di alluminio.
Cuocere in forno a 180° per 7/8 minuti.
Composizione del piatto
Adagiate le verdure sul piatto con molta attenzione cercando di mantenere un certo equilibrio tra le verdure. Successivamente porre il turbante di Spatola e decorarlo con la polvere di pistacchio ed i germogli di erba cipollina. Colorare infine il piatto con delle gocce di carota.
Coccio di melanzane farcito con cavatelli alla norma gratinati al forno
Ingredienti: cavatelli, 4 g melanzane tonde, 12 foglie basilico, 500 g pomodori pelati, 200 g ricotta salata, sale e olio evo.
Preparazione:
Composizione del piatto
nella foto: al centro lo chef Benito Ingraudo,
a sn. Toni Guagliano e a ds. Roselida Porrello