Ora però vorrei introdurvi alla mostra a modo mio, e cioè non in modo aulico, ma popolano e semplice, come lo sguardo di un bambino. Già vi dico che per decidere se un' opera mi piace, mi faccio questa domanda: " Se avessi il denaro occorrente, quale opera mi piacerebbe a tal punto da acquistarla?"
Poi lascio scivolare via tutte le conoscenze della storia dell' Arte e mi immergo nella mostra come un pesce nell' acquario.
L' esposizione inizia con due tele, una di Monet nella sua ultima fase, preludio dell' arte Informale, e una tela splendida di Renoir.
Pierre-Auguste Renoir (1841-1919) è il pittore che, dopo Monet, ha meglio sintetizzato la poetica dell' Impressionismo. Iniziò la sua attività da ragazzo decorando porcellane, stoffe e ventagli.
Partecipa alla prima mostra impressionista del 1874 presso lo studio di Nadar. Renoir è insuperabile nella resa delle figura femminile, specie nei nudi. Le sue immagini sono create dalla luce stessa che, attraverso mille riflessi compone immagini di grande fascino.
Dopo il 1881 la sua pittura entrò in crisi. Abbandonò la leggerezza del periodo impressionista per aprire un nuovo periodo che egli stesso definì «agro». La sua pittura tese ad un maggior spirito neoclassico, e a ciò non fu estraneo un viaggio che egli fece in Italia e che gli permise di conoscere i grandi pittori del passato. Colpito da artrite reumatica continuò imperterrito la sua attività di pittore fino alla morte.
Tormentato dall'artrite e con le dita irrimediabilmente deformate, si faceva legare i pennelli ai polsi.
L' opera presente alla mostra è intitolata " La Fonte" ed è un nudo gigantesco, il volto della modella è il solito viso paffuto tipico dell' artista, ma qui vi sono insoliti occhi ammiccanti, le carni sono morbide e tornite, invitano al tatto, tutto il corpo invita all' amore, ma la mano stretta a pugno sul lenzuolo che le nasconde le parti intime sembra dire: " Non te la do".
Bè questo dipinto, anche se l' Impressionismo lo trovo sdolcinato, lo comprerei.
immagine di Teoderica