"Difficile prevedere un'inversione di tendenza almeno nella prima parte dell'anno", fanno sapere dalla Nielsen. Mentre nel medio periodo, "se a livello nazionale ed europeo dovessero essere adottate misure di sostegno alla crescita economica è ragionevole sperare in una boccata d'ossigeno per i consumi e quindi in un leggero miglioramento della situazione del mercato pubblicitario". Ma, solo "nell'ultimo trimestre di quest'anno", sentenzia la società di ricerca. Ecco perché da più parti (gruppo Poligrafici Editoriale o gruppo Mondadori) si chiede la defiscalizzazione degli investimenti pubblicitari in Italia.
Da questa crisi comunque qualcuno esce vincitore. O meglio meno ammaccato degli altri operatori. Mediaset, in particolare, secondo l'elaborazione di MF-Milano Finanza sui dati di mercato a fine marzo, ha visto salire in maniera significativa la propria quota di mercato, almeno per quel che riguarda la torta degli spot televisivi. Con 547 milioni (-18,9% rispetto al primo trimestre del 2012) ha in mano il 60,5% degli investimenti destinati dalle aziende al piccolo schermo (dato in crescita rispetto a quello registrato a fine febbraio, 59,4%) e il 34,35% dell'intero mercato italiano. Nel dettaglio, nel solo mese di marzo il gruppo tv di Cologno Monzese ha incassato 203 milioni di pubblicità.
A debita distanza resta la Rai che attraverso la concessionaria Rai Pubblicità (ex Sipra) si deve accontentare di una raccolta di 210 milioni (-18%) per una quota di mercato tv che si assesta al 23,27% e al 13,22% del totale investimenti in advertising. Meglio della concorrenza, seppure restando in territorio negativo, fa Sky Italia. La pay tv di Rupert Murdoch, nonostante il calo degli abbonati (ora sono 4,78 milioni) a fine marzo ha incassato 90 milioni in spot (-15,7%) mantenendo una fetta della torta degli spot televisivi del 10%. In forte contrazione invece, come annunciato dal management e dal nuovo proprietario Urbano Cairo, la raccolta di La7: 39,8 milioni, -28,6%, dei quali solo 14 milioni nel mese di marzo.
Tra gli altri media, come emerge dall'analisi Nielsen, si registra il forte calo dei quotidiani (226,7 milioni, -26,1%), dei periodici (126 milioni, -22,3%), della radio (77 milioni, -19,2%) e del cinema (5,55 milioni, -19,9%). In crescita solo internet (120,4 milioni, +2,1%) e le affissioni (20,3 milioni, +8,4%).