A. Fiumarella: “Dagli scossoni alle scissioni e l’Italia?”

Creato il 16 novembre 2013 da Comunalimenfi

In un momento cruciale, dove si rischia che la crisi economica muti in crisi sociale, dove le tredicesime sono ferme, dove la disoccupazione sale al 12,5% e per gli under 25 è al 40,4%, dove la legge di stabilità viene bocciata dall’UE, dove le larghe intese non hanno più senso, si parla solo di scossoni e scissioni.

Scindere va di moda, è divenuta un’attività politica di ripartenza, ma non si capisce ancora di quali partenze si parla e soprattutto quali mete si vogliono raggiungere.

Persino quello stratega di Massimo D’Alema sulla base di un intervista all’Unità parla di scissione riferendosi a quel Pd che sta “cambiando verso”, ma la sua è una scissione silenziosa e sotto traccia anche perchè ha subito rettificato l’interpretazione delle sua intervista dichiarando che: “quello che temo è l’abbandono silenzioso di un mondo della sinistra che non si riconosce più”.

A questo punto dovremmo chiederci di quale mondo di sinistra parla e in che cosa si dovrebbe riconoscere vedendo la vera realtà dei risultati parziali dei congressi locali dei circoli Pd che vedono Renzi al 45%, Cuperlo al 37%, Civati al 14% e Pittella al 4%.

Ma Pittella chi?

Ma ritorniamo alle scissioni vere, certo non dimentichiamoci però dei ritorni come Storace con Alleanza Nazionale 2.0, una brutta copia della vera AN, c’è chi già conoscendo la data della sua costituzione ipotizza la data del suo annientamento.

Ma cosa significa scindere?

Per il dizionario italiano significa: staccare, allontanare l’uno dall’altro due elementi prima uniti, dividere. Quindi di ripartenze non se ne parla, al massimo di divisioni che portano a ritorni di vecchi inni e vecchie bandiere.

Se vera scissione politica è stata quella di Scelta Civica dall’alto del suo 2,2% con il gruppo dei popolari, un grosso punto di domanda c’è per la scissione che oggi ha avuto grande risonanza mediatica tra il Cavaliere Silvio Berlusconi e Angelino Alfano.

Il PDL viene meno e si formano due nuove entità: Forza Italia con Berlusconi e suoi adepti e il Nuovo Centro Destra con Alfano e la sua cordata di 26 deputati e 30 senatori. E Schifani in tutto questo giro di carte si è dovuto dimettere da capogruppo al Senato.

Per Berlusconi questa è stata una scissione personale, ma per molti addetti ai lavori può esser molto di più poichè c’è chi insinua che questa scissione sia un disegno politico di Berlusconi per definire “Forza Italia” come partito di destra e il “Nuovo Centro Destra” come contenitore per far avvicinare più moderati possibili, tutto ciò andrebbe a combattere l’impostazione di apertura che sta avendo il Pd in questi giorni di congresso e che potrebbe continuare con un Matteo Renzi segretario di partito.

Non credo che si possa arrivare a questo e architettare questo disegno mefistofelico e forse le lacrime di Brunetta definiscono la realtà della scissione.

Quindi Alfano (la moglie) si divide da Berlusconi (il marito) e i tanti figli ex Pdl si trovano a fare scelte politiche importanti di posizionamento.

In tutto questo Pier Ferdinando Casini dichiara che è finita la seconda Repubblica dall’alto del 3% dell’Udc. Un altezza mozzafiato che gli permette di salire subito sul carro del vicepremier: “Alfano avrà molti più parlamentari di oggi, saranno di più, molti di più. Non è Alfano che ha rotto con Berlusconi, ma Berlusconi che ha rotto con Alfano così come Berlusconi ha rotto con tutti quelli che lo hanno abbandonato”.

Ancora una volta Casini si mostra uno stratega del posizionamento e del disimpegno politico.

Scosse e scissioni e l’Italia? Chi ci pensa a lei?

Sicuramente non i leaders politici dediti a questi spostamenti che occupano anche i vari politici locali.

Chissà a Menfi se si formerà Forza Italia o il Nuovo Centro Destra? Chissà se qualche nostalgico di AN darà una mano a Storace?

Di sicuro in molti politici cercano approdi! Oasi politica menfitana pare il Pd, appetibile per molti ma la linea del partito è salda.

L’Italia aspetta, Letta prega che il Governo regga, la Cancellieri arrossisce, Cuperlo dopo aver sentito Civati e Renzi parla anche lui delle dimissioni della Cancellieri, Casini si prepara al salto, Vendola si difende e intanto Scilipoti è seduto in prima fila con i falchi e poi Pittella… ma Pittella chi?

Alfonso Fiumarella.


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