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Anarchico verso i canoni sociali, ammiratore della natura, osservatore privilegiato della realtà e delle disgrazie a lui contemporanee – tanto che i Nazisti etichettarono come arte degenerata ottantadue dipinti – : questo era Edvard Munch. A 150 anni dalla sua nascita, il Palazzo Ducale di Genova ospita una mostra interamente dedicata all’artista norvegese. Una mostra importante anche a livello internazionale se si pensa che per l’anniversario della nascita di Munch solo in altra due città europee sono state allestite esposizioni in suo onore.
La mostra, aperta fino al 27 aprile 2014, è stata allestita dal direttore della Pinacoteca di Parigi, Marc Restellini, che già nel 2010 aveva curato un’altra esposizione sempre dedicata a Munch. Egli descrive il pittore norvegese così: «Munch si iscrive nella linea di William Turner e di Gustave Courbet, è l’anello mancante della catena che unisce artisti come Pablo Picasso, Georges Braque, Jean Dubuffet e Jackson Pollock nella storia del modernismo.»
Attraverso ottanta opere fatte arrivare da Oslo, città natale del pittore, e da collezionisti privati, Restellini ha voluto creare un percorso didattico che mostrasse le tappe principali della lunga carriera di Munch. Da pittore influenzato dall’ambiente parigino e dagli impressionisti, in particolar modo Manet, incontrò gli ambienti della Secessione berlinese e viennese che lo cambiarono profondamente. Non sarà possibile ammirare L’Urlo – opera difficilmente trasportabile a seguito anche dei numerosi furti subiti dai musei di Oslo – ma sono esposte due serigrafie dell’opera che quest’anno compie centoventi anni.
Accanto a questa esposizione, il Palazzo Ducale ospita una seconda mostra in anteprima europea, Warhol after Munch: sono esposte diverse opere realizzate dall’artista americano, ispirate alla produzione di Munch.
Gli organizzatori a proposito della mostra hanno detto: «Realizzare questa mostra proprio nell’anno delle celebrazioni e con le enormi difficoltà legate ai prestiti di Munch è stato un miracolo.» La sola affermazione degli organizzatori dovrebbe spingere gli appassionati e non a recarsi a Genova. Inoltre le sale del Palazzo Ducale e le importanti opere esposte parlano da sole.
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