A Grosseto tutti insieme indifferentemente contro la vita

Creato il 17 giugno 2011 da Diarioelettorale

Coppia vive in auto per 15 giorni, donna incinta perde il bambino

La giovane viveva col marito da oltre due settimane in un’auto dopo essere stata sfrattata da un albergo della Curia a seguito della scadenza di una convenzione con i servizi sociali

GROSSETO – 17 giugno 2011 – Una donna di 23 anni, all’ottavo mese di gravidanza, ha perso il bambino per distacco della placenta. La giovane viveva col marito da oltre due settimane in un’auto dopo essere stata sfrattata da un albergo della Curia a seguito della scadenza di una convenzione con i servizi sociali. La vicenda è avvenuta a Grosseto. La coppia, di origini egiziane ma da tempo in Italia, non avrebbe ancora presentato un esposto.

«Nell’ultima settimana i dolori alla schiena di mia moglie sono aumentati e lunedì siamo venuti in ospedale – ha raccontato il marito della donna, 31 anni – Gli esami sembravano buoni e dopo un’ecografia le sono state prescritte alcune medicine ed è stata dimessa». La situazione è precipitata ieri mattina: la donna ha lamentato un dolore, mentre si trovava in auto con il marito, e a nulla sono serviti la corsa all’ospedale e il taglio cesareo. Secondo quanto emerso, la coppia viveva in auto da 16 giorni, da quando, il 31 maggio, era scaduta la convenzione tra i servizi sociali e un albergo di proprietà della Curia che ospitava sei famiglie in emergenza abitativa.

Dopo lo sfratto, avvenuto il giorno seguente il ballottaggio per le elezioni amministrative, i due hanno cominciato a vivere in auto. «In queste due settimane ho bussato a tutte le porte per trovare una soluzione – racconta l’uomo – Ho chiesto al sindaco un posto dove io e mia moglie potessimo andare fino alla nascita del bambino. Mi sono rivolto alla Società della Salute. Alla Curia. Due giorni prima di essere sfrattati avevo trovato un lavoro come pizzaiolo a Marina di Grosseto, bastava aspettare e avrei avuto i soldi per pagare l’affitto di una casa. Invece nessuno ci ha aiutato, ho anche dovuto lasciare il lavoro per stare dietro a mia moglie». «Adesso – conclude – tutto è cambiato: mio figlio è morto e sono tutti gentili con noi. Ma non mi comprano così: voglio giustizia».

da Corriere.It


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