A Idomeni la situazione è tragica. Le parole di Dimitris Avramopoulos

Creato il 16 marzo 2016 da Retrò Online Magazine @retr_online

Nelle ultime settimane Idomeni, una frazione del comune di Paionia in Grecia, al confine con la Macedonia, è divenuta uno dei punti cruciali delle discussioni ai vertici dell’Unione europea. Ormai non si può più attendere altro tempo. L’emergenza è presente e può solo degenerare, se non si sapranno attuare quanto prima delle misure per contenerla. Il commissario dell’Unione europea all’immigrazione ha “strigliato” i leader degli Stati membri, perché “si agisca nell’immediato sui ricollocamenti”. Un appello alla solidarietà di tutti quei Paesi che ormai non possono più soltanto guardare, ma sono chiamati responsabilmente a contribuire per risolvere la tragica situazione di Idomeni. Dimitris Avramopoulos, commissionario dell’Unione europea all’immigrazione, non ha dubbi: “Bisogna farsi carico dei migranti, perché la situazione di Idomeni non degeneri a tal punto da diventare come l’ormai nota giungla di Calais“. Il monito di Avramopoulos è chiaro: l’Unione europea deve attuare delle misure al più presto. Non c’è tempo da perdere. Idomeni è al collasso e le condizioni dei migranti – fermi alla frontiera fra Grecia e Macedonia – sono ormai tragiche.

Si parla di un campo profughi – quello di Idomeni – dove attualmente sono ammassati più di 14mila migranti. Una vera e propria città nella città che si è venuta a generare da quando le frontiere sono state rialzate. A descrivere direttamente il dramma di Idomeni è stato il commissario dell’Unione europea all’immigrazione, Dimitris Avramopoulos: “Sono venuto fin qui per mandare un messaggio all’Europa. Dobbiamo mostrare solidarietà e responsabilità di fronte a una situazione simile. Responsabili e solidali in linea col progetto costitutivo della nostra Europa“. Le parole di Avramopoulos avevano un chiaro obiettivo: esortare gli Stati membri dell’Unione europea ad accelerare le procedure utili a risolvere la drammatica situazione di Idomeni. Si parla infatti di effettuare almeno 6mila ricollocamenti al mese: una manovra che dev’essere studiata a tavolino con l’appoggio di tutti i leader europei. Pertanto il commissario dell’Unione europea all’immigrazione, Dimitris Avramopoulos, ha spiegato il bisogno di “non costruire ponti, ma collaborare verso soluzioni che sappiano risolvere la questione dei migranti“. Inoltre, lo stesso Avramopoulos ha sottolineato di come il piano di ricollocamento sia stato varato con l’adesione di tutti gli Stati membri. “Un traguardo e un contributo dall’indubbio valore” ha spiegato Avramopoulos, “Più che mai in questo momento storico abbiamo bisogno dell’appoggio di tutti“.

La situazione di Idomeni è una grande sfida alla quale è chiamata oggigiorno l’Unione europea. Come ha ribadito lo stesso Avramopoulos ai migranti nel corso della visita al campo profughi fra Grecia e Macedonia: “I migranti devono affidarsi alle autorità, ma le istituzioni devono trovare soluzioni valide“. Iniziative autonome di uomini che fuggono verso altri valichi hanno infatti portato alla morte tre persone nella giornata di ieri. A Idomeni non si può più attendere altro tempo. Ogni giorno che trascorre è un’ulteriore discesa nel baratro. E qualcosa – forse – l’abbiamo imparato dalle cronache della giungla di Calais.

Tags:avramopoulos,Calais,giungla,Grecia,macedonia,migranti,profughi,responsabilità,solidarietà,stati,UE,Unione Europea

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