E' solo l'inizio di una lunga notte da incubo....
E' ambientato nella notte di Natale ma non è A Christmas Carol , non c'entra Scrooge e nessuna altra creatura dickensiana. E'un film definitivo sull'aria di festa che pervade le case, che incita ipocritamente a essere tutti più buoni.
E'una sottolineatura blasfema e iconoclasta al concetto di natalità e forse il fatto che siamo nella notte tra il 24 e il 25 dicembre vuole avvicinare la natalità della protagonista alla Natività in un ultimo sberleffo sadico.
À l'intérieur è titolo squisitamente multiforme che si può riferire sia a ciò che è racchiuso nelle quattro mura abitate dalla fotografa Sarah al nono mese di gravidanza che ha perso il suo compagno in un incidente d'auto, sia a quello che c'è nel suo ventre di donna pronta alla maternità.
E questo perchè i due registi Maury e Bustillo nel pieno dell'apocalisse non perdono occasione di farci vedere in computer grafica come il piccolo si comporta seguendo i movimenti della madre.
La storia è presto detta: Sarah è assalita nella sua casa da donna di nero vestita animata da odio apparentemente inspiegabile verso la fotografa.
Credo che la storia, i dialoghi siano le componenti meno essenziali del film: infatti la sceneggiatura è parca di dialoghi e la vicenda raccontata è riassumibile in poche righe.
Oltre che poco originale : ma Maury e Bustillo sono prima che autori cinefili e citano appropriatamente tanto cinema del passato quasi con deferenza. Allo stesso tempo riescono a demarcare le differenze.
E scrivono un capitolo nuovo, forse definitivo nel genere delle home invasions.
Quello che colpisce e affonda in questo film è la cura maniacale della messa in scena.
Arriviamo a livelli insostenibili: la violenza è mostrata in tutta la sua feroce brutalità, il sangue zampilla copioso e la telecamera registra tutto senza scomporsi, senza ricorrere al fuoricampo o al montaggio iperaccelerato che a detta di chi lo utilizza serve solo per dare concitazione alla scena ma per chi fruisce del film serve solo per non capire nulla o quasi di quello che sta vedendo visto che l'immagine è spezzettata in microframmenti trattati come le tessere di un puzzle e scompaginati intenzionalmente per stimolare il nervo ottico solo grazie all'indeterminazione di quello che vede, o meglio di quello che si riesce solo a intuire.
Qui si vede tutto, è una sfida a chi distoglie lo sguardo per primo.
Le sequenze sono girate con movimenti di macchina sinuosi ma non disorientanti, la fotografia di gran livello sfiora la patinatura ma serve solo per evidenziare ancora meglio il bagno di sangue che sta avvenendo all'interno della casa.
Lo spettatore è portato in mezzo alla stanza degli orrori ed è questo che rende il film una pietra di paragone per tutto lo splatter a venire.
In un colpo solo viene inghiottito tutto il torture porn americano, Hostel sembrerà un fumettone innocuo per educande, tutta la saga di Saw si tramuterà in un videogame vietato ai maggiori di anni 18, gli slasher di ritorno scoloriranno istantaneamente e torneranno mestamente nel dimenticatoio.
Qui siamo su un altro livello.
À l'intérieur è la nuova frontiera dell'horror che diventa fertile terreno in cui far crescere non semplicemente registi ma autori, è la consapevolezza che la scena europea (francese in particolare) può ambire a rivaleggiare con quella americana superandola in termini di creatività e resa spettacolare. E non è un caso che i migliori esponenti di questa nuova ondata di horror d'autore siano stati cooptati a suon di dollari per produzioni americane che inevitabilmente appiattiscono la loro messa in scena nel nome di una commercializzazione di massa. Del resto in America si deve cercare di aggirare tutti i divieti possibili per cercare di allargare l'audience.E questo inevitabilmente si riflette sul lavoro del regista costretto a scendere a certi compromessi per non urtare troppe suscettibilità o far scatenare la setta cattolica integralista di turno.
La lotta tra Sarah e la donna di nero vestita è all'ultimo sangue, all'ultima staffilata, fino all'ultimo sussulto di vita.Senza alcuna edulcorazione neanche nel finale eccessivo come tutto il film.
Pellicole come questa sono l'epitome dell'opera che divide la critica e il pubblico. Ma di sicuro un film come questo, altamente disturbante non può lasciare indifferenti.E'il classico prendere o lasciare C'è che lo amerà e chi lo odierà.Io lo amo.( VOTO : 8,5 / 10 )