Ingegnere di formazione, combatte nella seconda guerra mondiale come carrista, dove viene ferito.
Per eguagliare le armi tedesche, in particolare la mitragliatrice raffreddata a gas MG-42 e il fucile d'assalto Stg-44, progetta il fucile che l'ha reso poi celebre.
Non lo fece per i soldi, lo fece per la patria, da cui non prese mai più soldi di quanti gliene spettassero come semplice ufficiale dell'Armata Rossa ( ed erano pochi, molto pochi).
Cedette poi al dio denaro e sfruttò il proprio nome che in Occidente - lo stesso Occidente che combatteva contro il suo paese - era brand di qualità.
Ci ha fatto qualche soldo col suo semplice nome, arrivando anche a svendersi un po', come mostra la famosa marca di vodka col suo nome, il cui liquore è contenuto in una bottiglia a forma di piccolo Kalashniikov.
Una roba cafonissima, per carità, ma è anche uno dei pochi regali di natale che accetterei volentieri (siete ancora in tempo, se mi volete veramente bene!).
Kalashnikov è un eroe, a tinte grigie, ma pur sempre un eroe per me.
E zitti quelli che berciano sul fatto che la sua invenzione ha causato milioni di morti, allora dovremmo andare coi forconi anche sotto la sede delle Philip Morris.