a message of rage.

Creato il 22 ottobre 2013 da Philomela997 @Philomela997

I Monologhi di Sana – Rubrica

“Sembravo morta, vero?! Ma non lo ero… Non perché non ci avessero provato, intendiamoci. A dire il vero, l’ultimo proiettile di Bill mi mandò in coma, coma in cui sono rimasta per quattro anni… Al mio risveglio ho agito spinta da quella che la pubblicità del film definisce “una ruggente furia vendicativa”. Ho ruggito… E mi sono infuriata… E mi sono presa tante soddisfazioni! Ho ucciso tante persone per arrivare fin qui, ma ne devo uccidere ancora una… L’ultima. Quella da cui sto andando ora. La sola rimasta in vita. E quando sarò arrivata a destinazione, io ucciderò Bill!”

  (The Bride – Kill Bill vol .2)

Torno sui miei passi,

in questa città di nebbie e rivincite.

Roma mi ha lasciato il cuore a pezzi.

E mi mancano già quei piccoli universi rassicuranti

in cui potevo chiudere fuori i mali del mondo.

Mi ritrovo sola,

sola con la mia ansia, con la mia paranoia.

Nessun abbraccio in cui scappare,

nessuno che mi protegga.

Ma va bene così,

ho promesso a me stessa che sarei tornata solo quando avessi imparato a badare a me stessa.

La notte fa paura e io tremo,

in cerca di una rassicurazione che non arriva.

No.

Basta.

Respira, calmati.

Puoi combatterla, sai come farlo, lo fai da mesi.

Nessuno l’ha fatto per te.

Non ci potranno sempre essere altri a salvarti.

Pianto lo sguardo sull’orizzonte e mi accendo una sigaretta.

Sei una maledettissima testarda, lo sei sempre stata,

e nessuno, nessuno mai, ha dominato la tua esistenza.

Il cuore non obbedisce alla testa e continua a battere all’impazzata, terrorizzato, impazzito.

Ma all’alba ti vesti e non ci pensi.

La lasci lì, la tua ansia, la ignori.

A mezzogiorno il telefono squilla di nuovo.

Panico.

La ricacci in fondo alla gola, quella paura.

Sorridi.

Vai

al

diavolo.

Ti volti indietro a guardare i successi.

E a questo punto ti incazzi e maledici

chi ti ha instillato questa miseria.

Questo dubbio di non essere mai capace,

mai possibile, farcela da sola.

Ma l’hai fatto.

Ti sei rialzata.

Hai combattuto

con l’ansia e il terrore,

con i lividi,

con il tormento che non lasciava respiro.

Quella cicatrice sulla mano destra

non è che un segno ormai, uno dei tanti.

Sei a metà della strada e continui ad avanzare.

La lista è iniziata…

Aspettami, figlio di un cane, perchè sto venendo a prenderti.

Aspettami.


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