A mio fratello.

Da V

Mangiavamo pizza nel cortile di casa mentre i nostri genitori decidevano di separarsi. Non sapevo cosa dirti,non sapevo cosa sarebbe successo,non sapevo come giustificarli. E allora ti ho comprato la pizza.
Io non ho mai pianto. Non so se te ne sei accorto,se un giorno mi ringrazierai,se ha fatto la differenza. Non l’ho mai fatto,per te. Qualcuno doveva pur fare l’adulto,no?
So che ti sei sentito abbandonato,ma dovevano aggiustare i cocci delle loro vite,riempire i vuoti negli armadi,nei loro letti. Avrei voluto dirti che non sempre le cose vanno così,che non sempre si deve scegliere da che parte stare,non sempre si deve vivere con la valigia in mano.
Ti ho visto odiare. Sputare addosso a tutti la rabbia per l’indifferenza,per gli abbracci mancati,per il dolore. Mi hai fatto male. Ma non ho pianto,mai.

Siamo andati a fondo. Siamo andati alla deriva. Separatamente.
Le stesse ferite non lasciano identiche cicatrici.

Hai una pettinatura assurda,ascolti la trap music e non hai la più pallida idea di come fare una lavatrice. Sei uno strafottente,menefreghista ed egoista. Però sono l’unica da cui ti lasci abbracciare.
Non capisci perché sono così severa,perché mi incazzo se rubi, se fumi, se non studi. E mi dici che sono vecchia,che non sono una brava sorella,che non sono mai dalla tua parte.
Ma quando hai avuto paura-veramente paura-hai voluto me,sei pronto a picchiare chiunque credi che mi ferisca e questo basta.

Ora hai l’età che io avevo allora. C’è un abisso tra me e te- un abisso per cui ringrazio-in cui tu non affoghi. E anche se lo facessi,ci sarò io.

V.


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