Quando Iomemestessa le ha assegnato il premio Talento innato, poiché conosce i suoi polli, ha inserito come clausola quella del “passare oltre”. Vale a dire (la ‘povna cita): “E’ un premio, ma anche un gioco. Se non vi va di partecipare, potete semplicemente passare oltre [appunto], che vi voglio tanto bene uguale”. La ‘povna, leggendo e ringraziando la giuria, aveva già dichiarato che avrebbe effettivamente potuto avvalersi (della facoltà di astensione), e Iome le aveva subito risposto sorridendo “Prego, fai pure”.
Così, sarà che è bastian contraria dentro, sarà che le cose le fa tanto più se non costretta, un po’ di sghembo, la ‘povna decide invece, all’alba, di rinunciare alla rinuncia. E si dedica (per quanto un po’ a modo suo, se no non le piace abbastanza) a ottemperare alle regole del premio.
La verità vera è che era stata la regola #1 (usare il logo) a frenarla più di tutte, perché, a essere onesta, a lei quell’immagine non piace per nulla, e sul suo blog non ce la vuole mettere. Perciò mette in atto la sua rivoluzione fin da subito, e a questa parte del gioco passa oltre con non chalance, senza soffrire.
La regola #2 (citare chi l’ha nominata) l’ha già rispettata, e già che c’è, ringrazia.
La regola #3 prevede di nominare – a catena di S. Antonio – ben altri dieci blogger. La ‘povna ci medita sopra, ché forse qualche nome lo fa (tra quelli che non sono stati citati ancora, tra i suoi conoscenti), ma anche invece un po’ si astiene.
Resta infine la regola #4, rispondere alle domande. Che sono legate al tema della scrittura, pertanto un po’ la intrigano. E dunque, per quanto sempre a modo suo, ci prova.
1) Quando hai capito di amare la “scrittura”? Visto che le parole sono il suo mestiere, non è la definizione giusta. La scrittura, per chi ne ha fatto una professione, in tanti sensi (per quanto la riguarda: critica, traduzione, scrittura saggistica, lettura, collaborazione editoriale, insegnamento), può essere innanzi tutto un vizio. Lo è anche per la ‘povna, ma in senso molto tecnico. Proprio perché è il suo lavoro (e proprio perché lei di scrittori in prima persona, veri, ne ha conosciuti e ne conosce), lei sa che quello che accade qui sul blog (ma anche su un eventuale diario personale, per e-mail, per lettera) non è quello che si intende con questa domanda per “scrittura”.
2) Ti ispiri mai alla tua realtà? Qui la risposta è su un doppio piano e facile. Chi ha studiato letteratura sa bene che ogni scrittura è, per definizione, finzionale, anche quando si pretenda autobiografica. Proprio per questo, e per paradosso, è sorprendentemente reale. Sull’argomento, a partire da Auerbach, ci sarebbero mondi interi da riscrivere. La ‘povna si limita a una elegante citazione da Semprun, e così se la cava: “Soltanto l’artificio di un racconto abilmente condotto riuscirà a trasmettere in parte la verità della testimonianza”.
3) Se potessi partecipare e vincere una competizione letteraria o fotografica importante, quale sarebbe? Anche qui, risposta facilissima: la scrittura, quella vera, è una cosa terribilmente seria, che non va evocata leggermente. La ‘povna, che scrittrice non è, ha ottimo gioco a rispondere “nessuna”.
4) In cambio di una ingente somma di denaro, riusciresti a realizzare qualcosa lontanissima dalle tue corde? Qui Iome ha dato l’unica risposta possibile: è una pratica conosciuta presso il volgo con il nome di “lavoro”. La ‘povna si accoda alla sua risposta, dunque, ricordandone però, anche, la postilla: il denaro non è indegno, se i processi della storia (Marx docet) sono da intendersi sub specie aeconomica. Tutt’altra cosa (e per la ‘povna impraticabile) l’idea di vendere, per qualunque cifra, pure minima, il proprio impegno quotidiano.
5) Ami sperimentare? E qui verrebbe da domandare: dove? come? in che ambito? Ma poiché la scuola è finita, e la ‘povna vuole aspettare ancora un po’ a ricomprar la penna rossa, si limita a una banalissima risposta: certo che sì, anche perché, pur non volendolo, si chiama esistenza, e tanto, in quanto essere umani, abbiamo.
Dalla numero 6 (“Offri qualcosa di inedito alle persone che ti seguono e credono nelle tue capacità?”) si astiene, perché la deriva new age non la regge. Mentre rispondeva, però, la ‘povna ha avuto il tempo di meditare sulle possibili ulteriori nomination. Che sceglie dunque secondo un criterio unico: quello di coinvolgere, qualora lo desiderino, nel gioco, persone che come lei abbiano a che fare con la scrittura come mestiere in senso lato.
Nomina quindi Noise, ovviamente. E poi Minnelisapolis, Murasaki, Unsasso, LaBionda e Melchisedec. Perché le sembra interessante (anche se questo non osta a che chiunque se la senta possa riprendere liberamente le consegne) dare a questo secondo giro estivo di cazzeggio una svolta letteraria.