I romanzi di Susin Nielsen - almeno quelli pubblicati in Italia, tre al momento - sono tutti allietati da uno stile fresco e coinvolgente e raccontano storie di ragazze e ragazzi che attraversano la non facile fase del passaggio dall'infanzia all'adolescenza.
Lo sguardo dell'autrice è sensibile e attento nel narrare vicende attuali, nelle quali i legami famigliari sono centrali e autenticamente raccontati. Sono famiglie moderne, monogenitoriali o ricostituite, allargate o spezzate. Famiglie che cambiano casa, cambiano città, genitori che si separano o madri single vedove. Genitori, in ogni caso, fallibili ma allo stesso tempo coraggiosi. Uomini e donne (più donne) che si trovano a doversi reinventare dopo scelte o dolori e vengono osservati, raccontati dai loro figli, i quali a loro volta crescono, maturano, cambiano.
Due dei tre romanzi della Nielsen disponibili in Italia sono pubblicati dalla casa editrice Il Castoro. Si tratta di "Caro George Clooney puoi sposare la mamma", del quale avevo già parlato abbondamene qui, e di "Siamo tutti fatti di molecole".
Nel dipanarsi di una storia divertente, godibilissima, dotata di ottimo ritmo, l'occhio dell'autrice si sofferma con efficacia su come i suoi protagonisti pre-adolescenti reagiscono e si adattano alle tempeste che sconvolgono i loro nuclei famigliari. Un cammino non facile, perfino faticoso, doloroso, fino all'epilogo con la felice costruzione di una nuova realtà: una famiglia allargata dove tante voci diverse possono trovare il giusto posto e rivelare la propria armonia.
Stewart dimostrerà il suo gran valore umano, Ashley si troverà a crescere e a modificare le sue false priorità e convinzioni, entrambi chiameranno il lettore ad una coinvolgente partecipazione grazie alle prime persone che si alternano e donano efficacia e vitalità alla narrazione. Interessante osservare che gli adulti sono nel libro personaggi positivi e di supporto affettivo, capaci di far fronte ai cambiamenti che le loro scelte portano nella vita dei figli.
Il protagonista è il dodicenne Ambrose, che ha perso il papà quando era ancora nella pancia materna e che ora è costretto a continui traslochi da una città all'altra perché la mamma, con la scusa del lavoro precario da insegnante universitaria, non riesce a trovare pace, stabilità e sollievo in nessun luogo. Per di più è da sempre ossessivamente apprensiva con il figlio, trascinata da un'ansia di perdita delle persone care, e lo tiene sotto una campana di vetro, timorosa che possa farsi male o, peggio, morire per la sua forte allergia alle arachidi.
Ambrose soffre in cuor suo della situazione, ma è molto legato alla madre, è sensibile e capisce i risvolti emotivi delle eccessive premure. Ma ciò non gli impedisce di essere un emarginato, di non riuscire ad ambientarsi in nessuna comunità scolastica, a subire violenze di bulli e a trascorrere il tempo sempre solo.
Un copione che parrebbe essere destinato a ripetersi anche ora che sono a Vancouver. Se non fosse che i loro padroni di casa, e anche vicini, sono i generosi ed affabili coniugi Economopoulos che hanno un figlio, Cosmo, che è appena uscito di prigione...
Cosa possono avere in comune un ragazzino sfigato e un giovane uomo ex tossico ed ex ladro? Sicuramente un futuro da costruire, il bisogno che qualcuno creda in loro e la necessità di trovare una strada propria, che li salvi e li indirizzi.
Così nasce la più improbabile delle amicizie, con la scusa di una passione comune per il gioco dello Scrubble (Scarabeo), aiutata da una serie di coincidenze, da qualche incontro fortunato e da qualcun altro piuttosto pericoloso.
Ambrose per la prima volta nella sua breve vita si troverà a sentirsi artefice delle proprie scelte, protagonista delle proprie giornate e avrà degli amici. E anche se in un primo momento questo comporterà qualche bugia, una discreto numero di sotterfugi e una serie di guai, beh si scoprirà che tutto sommato ne valeva la pena.
Ancora una Susin Nielsen in piena forma, capace di tratteggiare ottimamente il suo protagonista, donandogli spessore e autenticità. Anche i comprimari sono ben delineati, nelle loro debolezze come nelle risorse che possiedono, ricchi di quelle sfumature tipicamente umane che rendono difficile la classificazione buono-cattivo.
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Caro George Clooney puoi sposare la mamma?Siamo tutti fatti di molecole
Lo sfigato